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Partito Democratico - Il punto di vista di Daniele Comerci

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I partiti si stanno già attrezzando e organizzando per prepararsi alle prossime sfide elettorali previste per la primavera del 2009 con iniziative mirate e dibattiti pubblici. Qui in Veneto un particolare significato assumerà la competizione per la Provincia di Venezia tradizionale roccaforte della sinistra. Una scadenza che potrebbe riservare non poche sorprese sia per il centro-sinistra e che per il centro-destra. L’una, allo stato delle cose in senso negativo, l’altra con maggiori possibilità di successo, molto dipenderà anche dalle vicende politiche del governo nazionale. Una eventualità che va assolutamente scongiurata con nuove politiche e con nuove aggregazioni. Perdere la Provincia di Venezia potrebbe significare aprire la strada ad un obbiettivo molto più ambizioso la conquista di Ca’Farsetti da parte del centro-destra. Una ipotesi per nulla fantasiosa ma concretissima, che aprirebbe non pochi problemi dentro il Partito Democratico. Un partito ancora privo di identità e alla ricerca di una proposta politica unitaria e convincente. La posta in gioco perciò, va ben oltre le amministrative, qui ci giochiamo la nostra credibilità futura. Se il partito tutto non ha la piena consapevole dei rischi che corriamo, una eventuale sconfitta nelle due piu importanti amministrazioni locali del Veneto, assumerebbe una valenza politica e storica persino maggiore di quella subita qualche mese fa al Comune di Roma. Occorre da subito mettere in campo nuove strategie e nuove alleanze politiche. Il vecchio centro-sinistra così come l’avevamo conosciuto a concluso il suo ciclo oltre non avere più i numeri per vincere. Bisogna guardare oltre i nostri tradizionali confini politici aprendoci a soluzioni e accordi fino a ieri improponibili. Non possiamo pensare di vincere questa sfida semplicemente affidandoci a qualche Lista civica improvvisata o appositamente creata. Il divario fra le due coalizioni non è di un punto o due % ma molto più consistente, soprattutto in Provincia. Se fossero confermati alcuni dei sondaggi pubblicati recentemente da alcuni organi di stampa, nei quali si evidenzia un aumento consistente della Lega Nord che salirebbe dell’attuale 27% al 30% nel Veneto e attorno al 10% su scala nazionale, c’è poco da stare allegri. Inoltre è in atto una forte ristrutturazione del Pdl in ambito Regionale, che salvo clamorose rotture interne al popolo delle libertà, la Pdl più la Lega Nord faranno quasi sicuramente il pieno di voti in molta parte del Veneto, comprese quelle aree tradizionalmente orientate verso i partiti di centro-sinistra. Da non scordare poi, la sinistra radicale, “sparita” dal panorama politico nazionale che difficilmente ripeterà il voto amministrativo del 2004. È detto con estrema franchezza questo significa che il centro-sinistra da solo non può farcela. Pensare di modificare in pochi mesi un scenario apparentemente compromesso è assai arduo se non “impossibile”. Ciò deve indurci a una seria riflessione politica nella consapevolezza che senza nuove alleanze la partita è persa. Questo potrebbe significare mettere in discussione tutto aprendo un ciclo nuovo e inedito. Da questo punto di vista la proposta che il Presidente del Consiglio Comunale di Venezia Renato Boraso, ha avanzato al Sindaco Massimo Cacciari, potrebbe non essere una strampalata agostana ma una buona base per un serio confronto. Una grande lista civica che escluda le estreme senza simboli di partito che metta insieme il meglio delle intelligenze e delle competenze dell’uno e dell’altro schieramento, aprirebbe nuovi orizzonti e nuove prospettive politiche. Prima di sentenziare verifichiamo se esistono le condizioni politiche e programmatiche, evitiamo aprioristiche bocciature. La politica della contrapposizione ideologia è finita sebbene più di qualcuno non se ne sia ancora accorto. Dare un segnale in questa Regione avrebbe un significato politico di portata nazionale.

 
 
Pubblicato il 02-09-2008 ore 00:00
Ultima modifica 11-01-2009 ore 01:15
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