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Partito Democratico - Il punto di vista di Daniele Comerci

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Le primarie di domenica scorsa hanno sancito e indicato il candidato Sindaco del centrosinistra che affronterà il candidato del centrodestra per la conquista o la ri-conquista del Comune di Venezia. Una candidatura quella dell’avv. Giorgio Orsoni non carismatica ma che tuttavia possiede delle competenze e delle qualità unanimemente riconosciute essenziali per governare una città complessa qual è Venezia. Il candidato in questione sa che la pre-condizione per una sua auspicabile vittoria e quella di tutto il centrosinistra, è in primo luogo l’unità del Pd senza la quale difficilmente potrà farcela. Dico questo perché mi pare di cogliere in questi giorni atteggiamenti e comportamenti che sembrano andare nella direzione opposta e spero che nella direzione comunale del Pd convocata per martedì 2 febbraio si faccia un po’ di chiarezza a riguardo. L’altra questione riguarda la compattezza di tutto il centrosinistra e il coinvolgimento dell’Udc nella futura maggioranza di Cà Farsetti: una questione ancora aperta e che non è detto si concluda positivamente. Partiamo dalla alleanza: è chiaro che oltre all’auspicio fatto sull’unità del Pd- e cioè l’unione del centrosinistra o se si preferisce della vecchia Unione- è un passaggio “obbligato” per il candidato Sindaco Giorgio Orsoni, ancor prima di allargare la maggioranza all’Udc veneziana di Ugo Bergamo, peraltro auspicabile. E’ necessario a tale proposito fare chiarezza su due punti, quello programmatico e quello che riguarda il rapporto con Rifondazione comunista. Sul programma è noto che durante la fase delle primarie sono emerse importanti e significative divergenze programmatiche fra i vari candidati del centrosinistra, in particolare tra Gianfranco Bettin e l’avv. Giorgio Orsoni. Divergenze molto difficilmente ricomponibili almeno di una clamorosa retromarcia dell’uno o dell’altro. Il Quadrante di Tessera, per esempio, non può essere messo in discussione da nessuno neanche dallo stesso Orsoni, almeno che egli non voglia sconfessare il Sindaco Massimo Cacciari e lo stesso Partito Democratico comunale che l’ha sostenuto e successivamente votato. Quindi è del tutto evidente che per superare queste non banali divergenze si debbano innanzitutto considerare i provvedimenti amministrativi approvati dall’attuale Amministrazione di centrosinistra, come fatti acquisiti e non modificabili se non solo parzialmente. Questo non significa che la futura Amministrazione non debba avere un suo programma e/o operare su una base nuova e in parziale discontinuità con l’attuale Amministrazione, ma non può bloccare o stralciare progetti strategici indispensabili per il rilancio economico e sociale della città. Perciò è necessario e doveroso attuare una sintesi intelligente capace di ricomporre le divergenze manifestate durante la fase delle primarie, altrimenti sarà difficile unire le varie anime del centrosinistra veneziano. Sul piano politico e quello delle alleanze, conoscendo le posizioni dell’Udc, non credo che questa forza politica accetti una maggioranza organica con Rifondazione comunista, almeno che quest’ultima non accetti un ruolo marginale nella futura Giunta Comunale, e cioè di essere in maggioranza ma senza assessori. Staremo a vedere, ma dubito fortemente che si riesca a mettere insieme due forze così diverse e antagoniste. Credo che il candidato Sindaco Giorgio Orsoni abbia due strade da percorrere: una alleanza con l’Udc più Pd, IdV e qualche civica per poi fare l’apparentamento con Rifondazione al secondo turno, oppure ricomporre la vecchia Unione ma senza l’Udc. Tutte ipotesi possibili e plausibili ma dal significato politico e strategico completamente diverso. Speriamo che il candidato Orsoni riesca nel suo intento a non escludere nessuno, ma la vedo davvero dura perché sono evidenti le contraddizioni e le incompatibilità politiche. Senza dimenticare che il centrodestra potrebbe ancora convincere l’Udc a sostenerlo se rispettasse almeno una delle due richieste fatte in quella famosa lettera inviata al ministro Renato Brunetta: ottenere i due assessorati in provincia, ecc…. Se ciò accadesse per il centrosinistra la partita sarebbe persa quasi del tutto, e a maggior ragione se prevalessero le proprie divisioni interne. Attenzione questa volta a non sottovalutare il candidato del centrodestra Renato Brunetta, in quanto la distanza tra i due poli è davvero poca cosa. Una ragione in più per non farsi inutilmente del male.

 
 
Pubblicato il 01-02-2010 ore 11:27
Ultima modifica 01-02-2010 ore 11:27
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