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Partito Democratico - Il punto di vista di Daniele Comerci

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Una sceneggiata inutile è dannosa che pagherà il Veneto.

Ritorno sulla questione veneta e sulle decisioni prese dell’attuale governatore Giancarlo Galan perché davvero non si comprendono le ragioni di tutto questo casino fatto per nulla, dal momento, che questa sua rinuncia a governatore del veneto in cambio di un posto da ministro nel governo nazionale, già circolava da molto tempo. E che quindi poteva evitarci questa inutile e insensata sceneggiata che avremmo preferito volentieri farne a meno nell’interesse del veneto. Una proposta che fra l’altro lo stesso Galan aveva sempre negato e rifiutato in cambio della sua rinuncia a palazzo Balbi. Tanto è vero che ci sono sue dichiarazioni che affermano che mai avrebbe fatto il ministro, sostenendo pure che sarebbe stato comunque della partita, e che mai avrebbe tollerato un leghista al suo posto. Cosa abbia indotto Galan a fare questa clamorosa retromarcia francamente non è dato di sapere a noi comuni mortali. L’alibi, se questo si può dire, della sua personale amicizia con il premier Silvio Berlusconi (al quale deve tutto ) regge fino ad un certo punto, dato che è stato lui in prima persona gridare al tradimento romano-milanese perpetuato ai suoi danni, dopo l’accordo spartitorio fra Berlusconi e Bossi sulle candidature regionali. Una domanda: perché “sacrificare” una importante regione del nord per un posto di governo che non si sa neppure quanto durerà? La domanda non è casuale perché sappiamo quali e quanti sono i problemi giudiziari del premier Silvio Berlusconi le cui inchieste potrebbero persino portare ad una interruzione anticipata della legislatura. Certo sono solo ipotesi e congetture ma non per questo improbabili nello scenario attuale del paese. Ma la cosa importante e al tempo stesso preoccupante che con questa sua scelta abbia avvallato una decisione centralista che egli aveva duramente criticato e osteggiato a danno del federalismo, considerandola una vera e propria “sciagura” assolutamente da evitare a costo di correre da solo con una propria lista civica. Mi chiedo con quale spirito il congedato “soldato” Galan spiegherà ai suoi elettori questo cambio di rotta e con quali argomentazioni sosterà la campagna elettorale per il candidato governatore leghista, poco serve dichiarare che non la farà per candidato Luca Zaia ma per la Pdl, perché sarebbe contradditorio e incoerente non farlo, dato che ne aveva le possibilità per evitarlo. Ovviamente come centrosinistra faremmo il possibile perché questa candidatura leghista non vinca per questo sarà necessario un accordo politico e di programma con l’Udc veneta e di una candidatura di spessore che attragga il voto dell’elettorato moderato. Non sarà una cosa ne semplice ne facile data la consistente forza elettorale della lega e della Pdl qui in veneto ma è doveroso provarci e crederci, confidiamo molto nell’indignazione del loro elettorato e nella saggezza di quella imprenditoria che ha fatto grande il veneto e l’Italia nel mondo, che in più occasioni si erano espressi con una certa preoccupazione su una eventuale candidatura leghista. Perché tutto questo non appaia un attacco strumentale al governatore Galan si vada a leggere le sue dichiarazioni e le sue interviste che in questi mesi ha rilasciato alle varie testate giornalistiche locali e nazionali, lì troverete persino il nome della sua probabile lista Civica- Veneto per il Veneto - aperta oltre all’Udc e/a pezzi di Forza Italia, a personalità di spicco del centrosinistra veneto. Una lista non di partiti alternativi , non un inciucio, ma una lista per i veneti, che aveva come unico obbiettivo contrastare l’avanzata della lega. Si è persa una grande opportunità di aprire qui nel veneto una nuova stagione politica e divenire nel contempo un importante laboratorio politico in prospettiva nazionale.

 
 
Pubblicato il 29-12-2009 ore 12:27
Ultima modifica 29-12-2009 ore 12:27
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