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Partito Democratico - Il punto di vista di Daniele Comerci

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Sono tra coloro che sostengono che le elezioni Europee e le amministrative appena trascorse, (compresi i ballottaggi) siano state una vera e propria sconfitta per l’insieme delle forze della sinistra e dello stesso Partito Democratico. Il rischio che questo partito si riduca ad essere un semplice contenitore la cui azione politica potrebbe non andare oltre una pura semplice testimonianza nel paese e nelle istituzioni è una ipotesi per nulla campata in aria. A maggior ragione oggi che il suo peso si va sempre più riducendo nel governo delle grandi città. Una considerazione certamente non auspicabile ma possibile nel contesto attuale. Perciò non si può nascondere o aggirare una sconfitta evidente non solo sul piano politico ma soprattutto su quello numerico, da essa si devono trarre comportamenti politici conseguenti, un cambio di linea politica e di classe dirigente. Non è possibile che a ogni livello si continui a rimanere al proprio posto nonostante una sonora sconfitta. Ricordiamoci che W. Veltroni si dimise da segretario del Pd con un partito che stava sopra il 33% e non al 26% come è adesso. E’ ora di finirla anche con questa colossale balla del rinnovamento della classe dirigente inteso come fatto generazionale, il problema sta nella mancanza di una chiara e convincente linea politica. Purtroppo il neonato Partito Democratico non è ancora riuscito a dare quella parvenza di novità che stava alla base della sua costituzione e anzi le persone che lo dirigono a tutti i livelli danno la netta sensazione di forte continuità con il passato incapaci di comunicare con settori importanti della società. Insomma siamo in un contenitore nuovo con idee vecchie e anacronistiche dove conta più l’apparire che l’essere.. Purtroppo non è sempre vero che il nuovo passi attraverso un ricambio generazionale, talvolta il nuovo è già vecchio abbiamo giovani dirigenti di partito, anche qui nel Veneto, abbondantemente inadeguati a rappresentare un vero e reale cambiamento. Tutto questo per dire che il nostro modo di fare politica e di fare comunicazione politica è sostanzialmente inefficace. Serve perciò una nuova classe dirigente competente e preparata che sappia parlare e comunicare alle nuove generazioni, in definitiva bisogna ritornare a fare davvero politica, cosa che non accade purtroppo da troppo tempo. Il risultato di queste elezioni parla chiaro o si cambia o il nostro declino sarà inevitabile, già lo era in buona parte del Nord d’Italia in condizioni migliori figuriamoci ora, è pura ipocrisia consolarci sul risultato di Padova o di Rovigo ecc.. , quando si perdono importanti province come Milano e Venezia e Belluno.
E’ pur vero che questo voto è stato sostanzialmente un voto politico che di amministrativo ha avuto davvero ben poca cosa (salvo qualche eccezione) che risente del quadro politico nazionale a noi nettamente sfavorevole, ma è anche vero che arretriamo in città e in province storicamente considerate roccaforti inespugnabili della sinistra Italiana o più in generale del centrosinistra come ad esempio la Toscana e Emilia Romagna. E’ necessario capire chi siamo e dove vogliamo andare. In questo contesto se non ci sarà una seria ed onesta svolta politica che solo un autentico congresso può dare e indicare, credo sarà inevitabile subire ulteriori sconfitte, e con le amministrative del 2010 alle porte c’è davvero da preoccuparsi. A tal proposito non nascondo le mie preoccupazioni per il Comune di Venezia dove, oltre al quadro descritto, non si intravede un candidato leader che possa farci vincere, almeno che non scenda in campo l’attuale Sindaco, ma questa è un’altra storia.
Credo che a riguardo il contributo di Massimo Cacciari sarà fondamentale per non consegnare alle destre una delle città simbolo di storia e di cultura e di arte, ma anche un importante riferimento politico nazionale.

 
 
Pubblicato il 20-07-2009 ore 16:16
Ultima modifica 20-07-2009 ore 16:16
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