Il grido dall’allarme lanciato dal presidente di Vela non può che essere accolto e sostenuto in primis dalla capogruppo Actv , e di riflesso dalla stessa Amministrazione comunale.
Una società quella di Vela che in questi anni si è enormemente sviluppata accrescendo di anno in anno il “proprio” fatturato “garantendo” il posto di lavoro a circa 250 lavoratori. Insomma una società di tutto rispetto che si trova a fare i conti con la crisi globale che ha già prodotto un calo del 18/20 % dei turisti in città ma anche da un’evoluzione tecnologica che sta soppiantando il vecchio sistema cartaceo delle biglietterie, di conseguenza sarà inevitabile aggiornare e riorganizzare le attività di vendita. Per fare questo serve un piano industriale credibile e condiviso, che se da un lato non potrà far a meno tagliare i costi “improduttivi”, dall’altro lato dovrà essere un piano industriale che guarda alle nuove tecnologie per rilanciarsi, acquisendo nuovi servizi e nuovi mercati. Questo comporterà inevitabilmente rivedere e aggiornare la propria organizzazione interna cercando di mantenere inalterati gli attuali livelli occupazionali, cosa di per sé non facile , dato che in qualunque società pubblica o privata che voglia davvero ristrutturarsi e rilanciarsi e quasi inevitabile, almeno nelle sue fasi iniziali, un intervento sul personale. Nella specifica situazione pare che questa società sia intenzionata comunque a mantenere gli attuali livelli occupazionali, ma sarà fondamentale l’apporto economico-finanziario da parte della società madre Actv, ma anche delle organizzazioni sindacali di categoria. Se si vuole evitare che questa società sprofonda in una crisi economica “irreversibile” occorre il concorso responsabile di tutti i soggetti interessati al suo rilancio.