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Partito Democratico - Il punto di vista di Tobia Bressanello

Logo La questione della difesa di Venezia

 

La questione della difesa di Venezia, fin dall'inizio degli anni settanta, si configura quale importante crocevia della politica veneziana: il Consiglio Comunale, senza eccezione, ha costantemente reclamato la salvaguardia della laguna (richieste di finanziamenti statali) trasformando, nel corso degli anni, il confronto sul "come salvare Venezia" in una palestra politica dove il sovrapporsi di soluzioni, nutrite da polemiche e contrapposizioni, anche all'interno degli stessi schieramenti, hanno finito per confinare una questione preminentemente tecnica in un intrigo d'atti ed indirizzi politici, il più delle volte, originati da snervanti equilibrismi politici.

 

Convertendo un dovuto e concreto dibattito con l'intera città in un'estenuante baruffa tutta interna alle forze politiche e culturali locali.

 

 

Trent'anni di discussioni hanno visto l'accavallarsi d'idee nuove ed alternative, a dimostrazione che affidare ad un concessionario unico lo studio, la progettazione, la sperimentazione e l'esecuzione di un unico progetto, eludendo la concorrenza di più soluzioni, è stato un grave errore.

 

 

Errore al quale, pur nella consapevolezza che le diverse soluzioni progettuali per essere confrontabili devono possedere lo stesso livello d'elaborazione, verifica e sperimentazione del progetto al quale si contrappongono, sta tentando di porre rimedio l'attuale amministrazione attraverso l'avvio di un confronto istituzionale aperto alla città sul sistema degli interventi di difesa fisica della stessa a garanzia della vita economica e sociale degli abitanti con l'obiettivo di stimolare un nuovo sviluppo che ostacoli l'imperante monocultura turistica.

 

 

Vale la pena osservare come la quasi totalità delle soluzioni alternative proposte:

a - non mettono in discussione la necessità di separare mare e laguna in caso di maree eccezionali;

b - s'ispirano al principio a cui ogni intervento in laguna deve possedere un approccio graduale e sistemico;

c - considerano l'unitarietà del bacino lagunare e il carattere sperimentale e reversibile degli interventi.

 

 

Le critiche che mi sento di muovere "all'operazione MoSE" riguardano principalmente: la questione dei costi elevatissimi dell'opera in se, la funzionalità limitata, l'incertezza sulle ricadute economiche legate alla sua gestione e manutenzione e sicuramente la palese progressiva rinuncia da parte dello Stato alla concreta gestione della salvaguardia, poiché il ricorso al "Consorzio Venezia Nuova" quale detentore unico di dottrine, studi, progettazione e realizzazione delle opere e l'assenza di libera concorrenza ha progressivamente trasformato il Magistrato alle acque da organo tecnico ad organo puramente contabile; c'è da dire anche che l'attuale governo, attraverso un'operazione prettamente di carattere contabile a cui sottende un chiaro intendimento politico, ha indirizzato tutte le risorse al finanziamento dell'opera MoSE negando così i fondi, in assoluto necessari, da destinare ai lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria della città e della sua laguna.

 

 

Personalmente non condivido neanche il perdurare dell'atteggiamento, da parte del mondo delle associazioni ambientaliste e dello stesso comune, di considerare quale scorciatoia la ricerca incessante sul versante giuridico d'appigli per ostacolare un processo che ritengo, allo stato delle conoscenze, difficilmente contrastabile.

 

 

Ecco perché considero il lavoro di consultazione avviato, dall'amministrazione Cacciari, un'occasione importante per concentrare l'attenzione sui possibili miglioramenti al progetto approvato e già in fase di realizzazione.

 

 

Venezia merita decisioni chiare, precisi programmi d'investimenti a medio e lungo periodo, legati a stanziamenti diretti attraverso la legge finanziaria, in quanto il sistema di barriere artificiali è un punto sostanziale di un sistema complesso e pertanto va inquadrato nell'insieme degli interventi di riqualificazione ambientale, di difesa dalle acque alte normali, di restauro del costruito, in una visione attenta alle reciproche relazioni. Senza dimenticare le ragioni per le quali, dopo l'alluvione del 4 novembre del 1966, Venezia è stata dichiarata di "preminente interesse nazionale" e inserita nella lista del Patrimonio mondiale dell'umanità dell'Unesco.

 
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Pubblicato il 22-09-2005 ore 00:00
Ultima modifica 10-01-2009 ore 22:27
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