C’ero anche io ad ascoltare le parole del Vangelo al villaggio sinti; c’ero anche io e ho scelto di andarci non certo per farmi fotografare ma per testimoniare.
Testimoniare che la società in cui viviamo non è quella che si ostina a mostrarci la Lega, non è una società senz’anima e che questa amministrazione l’ha ben rappresentata.
Chi pensa che il villaggio sinti sia una regalia sbaglia; si guardi intorno e verifichi se questa città, dove erano insediati dei campi profughi con centinaia e centinaia di persone tra cui molti nomadi, ha ancora un campo nomadi, uno solo.
Un lungo percorso, costruito con pazienza e rispetto, tenendo fermo l’obiettivo di raggiungere il riconoscimento di diritti e doveri dell’essere cittadino ci ha consegnato una città senza campi nomadi e con un villaggio, non certo di villette, immobile per la comunità sinti ormai stanziale.
E questo è un fatto.
Non è finito il percorso, ci sarà ancora da insistere sul rispetto delle regole, ma l’impegno è preso.
Certo sarebbe stato più facile bestemmiare contro gli uomini, far finta di non vedere, marcare in spregio le differenze e magari poi andare onestamente a messa da un’altra parte.
E anche questo, dalle dichiarazioni che leggo, è un altro fatto.