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Partito Democratico - Il punto di vista di Claudio Borghello

Logo Venezia non è morta e nemmeno moribonda

 

Si può e si deve interrogarsi sul futuro di Venezia, lo si deve fare senza cadere nella spirale del pessimismo indotto.
Venezia non è solo il centro storico, è l’insieme, unico al mondo, di realtà con diverse esigenze alle quali rispondere con servizi e opportunità diverse.
E’ banale sottolineare che il Lido, pur avendo le strade, è altra cosa da Chirignago. E’ banale continuare a sollevare problemi senza indicare soluzioni.
Eppure molto banalmente si continua a mostrare la Venezia dei sestieri come malato terminale, non distinguendo, anche con la possibile critica, cause, effetti e rimedi.
L’ennesimo intervento dell’assessore provinciale alle attività produttive riporta in merito alcune posizioni critiche nei confronti dell’amministrazione comunale, ovviamente auspicandone la dipartita politica essendo egli controparte.
Ad esempio si guarda al turismo come ad un mostro, come unica causa di deterioramento della qualità della vita in centro storico.
Qual è la soluzione che si richiede? Facciamo sì che i turisti diventino quindici milioni invece di venti? Se la risposta è governiamo i flussi, cosa intendiamo con questo? Manteniamo il numero di visitatori ma diversifichiamo gli accessi? Sempre quella sarà la vocazione.
Se il ponte di Calatrava (il cui costo può anche essere opinabile così come quello di altre opere, ma che difficilmente può essere descritto come opera inutile) non fosse stato costruito, sarebbe stato meglio? Con meno turisti ci sarebbero stati più servizi di trasporto, frequenti come oggi? Con le stesse fermate? Costerebbero meno? E i negozi di vicinato, con meno turisti sarebbero rimasti lo stesso? Oppure stanno diminuendo anche nelle città non turistiche mentre ci sono più supermercati?
Con meno turisti ci sarebbero più commercianti e artigiani? Chi determina i costi delle attività artigianali e di vicinato? Chi favorisce la richiesta di servizi e opere?
Se qualcuno vuole parlare dell’argomento senza banalizzare, come fa invece l’assessore provinciale Malaspina, apriamo pure il dibattito.
Venezia è viva e propositiva, Venezia è grande e attiva, Venezia è globale e unica, Venezia è già futuro. E del suo futuro si tratta di volere farne parte.
Consapevoli delle sue possibilità, della vocazione di ogni sua parte, delle opportunità da cogliere. Consapevoli che molto si è fatto e che molto si dovrà fare.
Niente bare, quindi, perchè ai vivi non servono.

 
 
Pubblicato il 20-11-2009 ore 14:57
Ultima modifica 20-11-2009 ore 14:57
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