Sei in: Home > Comune > Consiglio comunale archivio 2010-2014 > Archivio 2005-2010 > Gruppi consiliari > Partito Democratico > Consiglieri comunali > Claudio Borghello > Il punto di vista di Claudio Borghello > Perché non possiamo proporre un sindaco del Partito Democratico?
Contenuti della pagina

Partito Democratico - Il punto di vista di Claudio Borghello

Logo Perché non possiamo proporre un sindaco del Partito Democratico?

 

A Venezia il PD ha celebrato un congresso sorprendentemente partecipato, sostenuto dai cittadini (circa 20.000 persone hanno votato nel solo comune di Venezia), legittimante una linea politica e un ipotesi di organizzazione.
Cosa c’è che non va in questo?
Bersani ha vinto il congresso, le altre mozioni hanno dimostrato con l’alta partecipazione e nei numeri una grande forza democratica.
Cosa c’è che non va in questo?
Personalmente sono felice di come il Partito Democratico, che è il mio partito, si è finalmente mostrato al paese; tre milioni circa di persone hanno dato dimostrazione di maturità democratica, di senso di partecipazione politica, di senso civico in generale.
Proprio per le ragioni di cui sopra rimango “politicamente amareggiato”.
Amareggiato e perplesso per questo chiamarsi fuori dagli esiti e dalle prospettive.
Allo stesso tempo sono meravigliato che il sindaco Cacciari, che ha votato alle primarie del PD, che ha sottoscritto il documento di Rutelli, che ha dichiarato alla stampa di voler rimanere dentro al PD e di non pensare di continuare ne l’attività politica ne l’attività amministrativa, invece di pensare di essere un “padre nobile” voglia essere determinante, rispetto al PD, per la candidatura del suo successore.
Nella riunione con il PD di sabato scorso, non solo ha tracciato, legittimamente, un identikit del suo successore ma anche indicato un nome esterno al PD.
Va assolutamente bene purchè si capisca quale ruolo il PD intenda svolgere.
Non ci sto ad aver partecipato alla fondazione del Partito Democratico, con una straordinaria risposta degli iscritti e dei partecipanti alle primarie e poi consegnare la scelta del futuro sindaco ad altri.
Il Partito Democratico ha diritto di scegliere con il metodo della partecipazione, e scegliere un proprio rappresentante.
La domanda è: devono scegliere fuori da sé o possono e devono indicare anche una o più figure come proprie indicazioni alla coalizione?
Perché si vuole far convergere il consenso preventivamente su qualcuno che non è del Partito Democratico e che viene presentato e sostenuto da chi presuppone il Partito Democratico incapace di rappresentare il futuro?
Se c’è del merito nelle persone e nelle proposte non si deve temere il metodo.
Si facciano le primarie, si vigili perché non siano fasulle ma garanzia di possibilità, di novità.
Si diano regole per parteciparvi con questo obiettivo.
Si permetta alla città di valutare, incontrare, dibattere, discutere con i candidati nei circoli, nei mercati, nelle piazze.
Il Partito Democratico del comune di Venezia ha elaborato una sua proposta programmatica, l’ha consegnata al confronto come proposta aperta, vivace; consegni anche la scelta del sindaco ai cittadini di Mestre e Venezia; proponga i suoi candidati, senza limitarsi le possibilità.
Così successivamente potrà esservi chiarezza, condivisione e coesione; diversamente sarà un film già visto, nemmeno un remake.

 
 
Pubblicato il 06-11-2009 ore 16:47
Ultima modifica 06-11-2009 ore 16:47
Stampa