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Partito Democratico - Il punto di vista di Claudio Borghello

Logo Costa ha ragione: il populismo leghista è pericoloso

 

Condivido quanto detto e precisato dal Prof. Costa in merito alla situazione politica italiana e alle conseguenze di un consolidamento culturale attorno alle dichiarazioni leghiste.
Occorre sottolineare che l’azione politica della Lega è tutt’altro che folkloristica; alla base delle proposte di istituire le ronde di cittadini per garantire la sicurezza nelle città e nei paesi (ormai legge anche se di fatto inefficace), di introdurre il dialetto nella formazione scolastica di base e nei mezzi di informazione di massa (propongo il veneziano in tutta l’area che fu della Serenissima e vediamo cosa ne pensano a Bergamo), di costituire le “gabbie salariali” per diversificare gli stipendi tra Nord e Sud (vorrei capire perché un autista di Palermo dovrebbe prendere meno di un suo collega di Milano, ad esempio) vi è solo il tentativo, che rischia di divenire risultato effettivo, di spingere il pensiero comune sul binario della banalizzazione, dell’affrancamento dal merito delle questioni; l’obiettivo reale della Lega è l’esatto contrario di ciò che predica, cioè non cerca di valorizzare alcun patrimonio culturale del Paese attraverso la valorizzazione delle differenze perché rifiuta in realtà le differenze.
Con la verità di ascoltare la gente gira loro false proposte in quanto anacronistiche e irrealizzabili, raggiungendo lo scopo di recintare il pensiero critico solo in determinate direzioni.
Per arginare quest’azione strategica è del tutto evidente che bisogna mettere in campo risposte di merito, soprattutto sugli argomenti già colpiti dalla demagogia leghista.
Sicurezza: servono forze dell’ordine preparate ed efficenti, in numero adeguato e in sinergia tra di loro, con comandi locali interforze in grado di coprire meglio il territorio e con la possibilità di svolgere un’importante attività di investigazione.
Il Governo, coperto dall’enfasi mediatica del “pacchetto sicurezza” voluto dalla Lega, ha invece tagliato miliardi di finanziamento a Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e addirittura ai Vigili del Fuoco con il risultato che basta chiedere a qualsiasi questore in Italia se è contento di come può gestire la sicurezza delle città.
Dialetto: nelle statistiche internazionali siamo la nazione che parla meno l’inglese, tra le meno alfabetizzate dal punto di vista informatico, si leggono pochi giornali e meno libri.
Il Governo, coperto dal risalto mediatico delle proposte della Lega su cosa insegnare a scuola, nasconde gli effetti di una riforma, la cd Gelmini, che disarma il sistema della scuola primaria riducendo di fatto l’insegnamento dell’inglese e dell’informatica, ammazzando l’educazione artistica, non considerando l’educazione allo sport; e nei gradi superiori d’insegnamento è ancora peggio.
Federalismo fiscale: l’esigenza di riformare l’organizzazione dello Stato è condivisa da tutti i partiti politici, ma le strade da percorrere possono essere diverse.
Il Governo ha varato una legge delega voluta dalla Lega che non ha ancora prodotto alcun effetto; nel frattempo le decisioni romane hanno continuato a depotenziare gli enti locali, privandoli di introiti fiscali (ICI), riducendo i trasferimenti erariali, bloccando la possibilità di assumere, vincolando i loro bilanci e i loro investimenti. Con la proposta delle “gabbie salariali” si cerca di annebbiare ulteriormente l’incapacità di riformare.
Insomma, non vi è mai stato in Italia un centralismo amministrativo come quello odierno; al grido di Roma ladrona, la Lega mantiene il Governo stabile e lo lascia accentrare ogni decisione.
Così facendo la Lega di Berlusconi tradisce il suo elettorato, senza perdere consenso, anzi.
Ci riesce perché non c’è un’azione strategica contraria, che deve svolgere il PD assieme agli altri partiti non al governo, ma che necessariamente devono svolgere anche gli uomini dei partiti di maggioranza che non condividono la strategia Bossi/Berlusconi e devono essere riconoscibili nel farlo.
Assume particolare valore la richiesta del Presidente Napolitano al Governo affinchè espliciti cosa proporre per il 150° anniversario dell’unità d’Italia: non può essere ridiscusso il valore dell’unità del Paese anche se la storia di come sia avvenuta può essere questione di analisi, non può essere discusso perché valore odierno, valore imprescindibile nel guardare alle sfide della globalizzazione post crisi, valore imprescindibile d’identità nel mondo.
L’unità d’Italia è un valore futuro e l’anniversario deve essere occasione per dimostrarlo.
Anche su questo ha ragione Costa nell’affermare che un ministro leghista potebbe anche essere un bravo amministratore, tecnicamente parlando, ma non potrebbe mai rappresentare quel valore perché in antitesi con ciò che lui vuole rappresentare.
Ma fin qui abbiamo chiaro cosa fare come opposizione al progetto politico della Lega: proporre vero federalismo fiscale, proporre un’archittettura istituzionale moderna del Paese, proporre vere riforme del welfare e del lavoro, proporre un sistema formativo e scolastico consapevole delle nuove frontiere della società, proporre un vero piano di infrastrutturazione del Paese, concepire la società come plurale coltivando le differenze in quanto valori, garantire le opportunità per le attività produttive riducendone il rischio d’impresa con il sistema e non mantenendo un sistema che le metta a rischio d’impresa, riformare il sistema del credito, ridurre la dipendenza del fabbisogno energetico del paese dal petrolio.
Si può fare solo se riusciamo ad entrare nel merito delle questioni, perché nel merito si possono trovare convergenze, anche politiche.
Forse dal Veneto, con un progetto per il Veneto, si può cominciare.

 
 
Pubblicato il 20-08-2009 ore 15:29
Ultima modifica 20-08-2009 ore 15:29
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