Che il Quadrante di Tessera fosse una speculazione edilizia collegata allo sviluppo aeroportuale per finanziare la costruzione dello stadio del nuovo Casinò e del palaconcerti, era evidente fin dall’inizio e nessuno ha mai voluto nasconderlo. Il problema è un altro. Ancora una volta si fa urbanistica di scarso livello, usando il microscopio quando invece la complessità dell’urbanizzazione della terraferma consiglierebbe l’uso del cannocchiale.
Mi spiego meglio. Quello che ci viene proposto con tanta enfasi non è altro che un terminal aeroportuale, con tanto di speculazione edilizia a bassissimo rischio. La città di Venezia invece ha bisogno di un terminal intermodale sul fronte lagunare, che pur comprendendo il terminal aeroportuale, possa offrire una valida alternativa logistica alle attività produttive e di trasporto merci che oggi operano nel quadrante centrale della terraferma, tra la stazione di Mestre, il ponte della Libertà il canal Salso ed il canale nord. Non solo. Lo sviluppo dei terminal turistici e di interscambio modale di Fusina e Tessera fermerebbe ai margini della città il traffico turistico e delle merci, rendendo possibile l’utilizzo di piazzale Roma e delle altre aree limitrofe, a scopi accessori alla residenzialità, dando risposta alle sacrosante esigenze dei residenti nel centro storico. Contemporaneamente si liberebbe il quadrante centrale della terraferma dal traffico pesante e se ne favorirebbe la riqualificazione.
Il business plan del quadrante concepito per finanziare la costruzione dello stadio, del nuovo Casinò e del palaconcerti, in questo momento di profonda crisi, fondandosi sulla vendita di terreni dove si possono edificare oltre un milione di metri cubi di terziario avanzato, è poco credibile. Non c’è domanda. Le aree di Tessera invece potrebbero essere utilizzate per ricollocare le attività produttive e di trasporto presenti nel quadrante centrale, mettendo finalmente un po’ d’ordine al caos urbanistico che purtroppo caratterizza la terraferma. Queste aree centrali hanno sicuramente più appeal fondiario di quelle di Tessera e permetterebbero un ritorno economico più certo.
È, quindi, ragionevolmente opportuno persistere nel voler approvare questa delibera, senza avere serie garanzie di ottenere una pianificazione di Tessera che risolva effettivamente anche le annose e prioritarie problematiche della città?