L'assistenza sociale al cittadino
"La salute è un valore, conservarlo costituisce uno scopo comune"
L'assistenza pubblica non è, oggi, nell'ottimale per il cittadino, anche se chi è preposto a tali funzioni, si prodiga quotidianamente a favore della popolazione essendo motivati professionalmente nell'espletamento pubblico di erogazione dell'assistenza.
La nuova domanda di assistenza sociale (all'anziano, al disabile, al malato, ecc.) e l'invecchiamento della popolazione con l'incremento consequenziale delle malattie croniche e degenerative, richiedono qualcosa in più: un forte investimento pubblico nelle cure assistenziali e primarie al cittadino bisognoso, sviluppando sempre più una politica sociale e una politica amministrativa equilibrate che garantiscano, altresì, una sempre maggiore disponibilità fattiva nel territorio migliorandone con perspicacia la continuità assistenziale sotto tutti i vari aspetti.
Le risorse, però, pur non essendo infinite quantitativamente sono altrettanto poco giustificate e indicate.
Scopo comune è allora stabilire l'allocazione di queste tra i vari sottosistemi del grande sistema assistenziale - sociale.
Si può essere guidati certamente dalla razionalità nella distribuzione, ma non si può, né si deve confondere la razionalità con il razionamento.
C'è una realtà amministrativa che sovrasta la realtà assistenziale e costantemente si impone nelle scelte e nelle strategie amministrative.
Si dovrebbe aiutare la vera professionalità assistenziale adoperandosi perchè le risorse non vengano prioritariamente "incanalate" per le inefficaci strumentalizzazioni politiche che, purtroppo tendono a moltiplicarsi, ma verificando costantemente che le nuove tecniche e professionalità rispondano a criteri di efficacia, efficienza ed equità.
Si deve cercare di indirizzare le risorse verso quegli aspetti tecnologici (telemedicina e/o quant'altro similare) che dimostrino un favorevole rapporto costo/beneficio e siano dotate di elevato contenuto sociale.
Talvolta vi sono cause di maggior sfiducia nella opinione pubblica verso l'effettiva efficacia dell' assistenza sociale.
Cosa c'è di erroneo in questa percezione?
Vi è forse un malessere profuso dovuto alla mancanza di vera professionalità degli addetti che devono spesso affrontare problematiche difficili; fare cioè quello che "scientificamente" è corretto, rispettare le autonomie del cittadino-paziente, ricercare l'alleanza terapeutica combattere gli sprechi, rendere più appropriata e congeniale la prestazione e alla fine poter essere in grado di giustificare il proprio operato.
Tutto questo sfocia talvolta in un "conflitto" tra assistente e paziente che ormai sta diventando un fenomeno sociale rilevante, tanto da richiedere risarcimenti in variegate formulazioni.
Per uscire da questa situazione si ha bisogno di adamantina e reale "trasparenza" politica e di politica amministrativa assistenziale, senza voler nascondere errori ed insuccessi e adottare, senza enfatizzazioni di sorta, le dovute attività e strategie utili e favorevoli al benessere del cittadino utente.