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Forza Italia - Il Popolo della Liberta' - Il punto di vista di Saverio Centenaro

Logo Le tragedie legate alla droga e i servizi per i tossicodipendenti

 

La tragica morte avvenuta al parco di Via Calabria, riaccende la preoccupazione dei cittadini sulla convivenza con situazioni di forte disagio come in questo ultimo caso e la necessità di capire come arginare le conseguenze di un fenomeno che dilaga.


Si riapre la discussione sulla promiscuità della frequentazione dei luoghi pubblici, sulla sicurezza ma in particolar modo sui servizi legati alla tossicodipendenza, sulla localizzazione dei Sert e delle Strutture Residenziali (comunità terapeutiche).


E’ evidente che si tratta di affrontare tale tema partendo dall’analisi di un nuovo contesto che vede nuove tossicodipendenze, l’analisi delle strutture più idonee presenti nel nostro territorio e la necessità di avviare un confronto tra le istituzioni sul modo in cui affrontarlo: quindi nessuna volontà di “ghettizzare” ma di coinvolgere e soprattutto di armonizzare il lavoro svolto da tanti operatori, le famiglie che affrontano quotidianamente questa tragedia ed i cittadini che temono nella vicinanza di questi ragazzi, sfatando il preconcetto che la sola presenza possa in qualche modo pregiudicare la vita dei nostri figli, quando ormai è risaputo che gran parte dei luoghi frequentati dai giovani sono tutti a rischio.


In un momento in cui sta dilagando l’uso di nuove sostanze stupefacenti, i cui effetti generali inducono alla loquacità, felicità, fiducia, sensibilità, euforia, spensieratezza, affabilità, è necessario riflettere sulla “attrazione positiva” che hanno quest’ultime soprattutto tra i giovanissimi. In particolare per le modalità di consumo, estensione e finalità, i nuovi consumatori non accettano di essere etichettati col termine (volgare, riprovevole, ma pur sempre comune) di "tossici", con implicazioni non modeste per l’avvio al recupero, quand’anche la sua necessità appaia di tutta evidenza.


Quindi, tossicodipendenti di vari tipi: quelli già in strutture di recupero, all’interno di programmi rieducativi altri fuori, ma non diversi.

 

Siamo di fronte a una patologia che danneggia le persone non soltanto sul piano fisico ma soprattutto nella loro sfera psichica, professionale, familiare e sociale.
Rilevo che al di là della localizzazione dei luoghi deputati al servizio per la tossicodipendenza una riflessione và fatta sugli spazi, sulle risorse sia umane che finanziarie che sono destinanti a tali servizi.


Gli interventi che il Sert di Mestre assicura sono orientati prevalentemente ad un approccio sanitario/farmacologico e non viene adeguatamente considerato e valorizzato il trattamento psicoterapeutico, sociale ,educativo capace di incidere significativamente su stili di vita distruttivi.

 

C’è carenza sul piano della disponibilità degli spazi, mancano spazi di accoglienza e di attesa. C’è carenza sul piano della relazione,della disponibilità umana verso questa tipologia di pazienti.

 

Si ha un’immagine di un servizio che è chiuso e che quasi si deve difendere da suoi utenti, che accedono suonando un campanello, che non possono sostare al suo interno anche dopo aver assunto la terapia, che si devono mettere in lista d’attesa quando hanno bisogno di un trattamento urgente e intensivo che non possono ricevere da nessuna altra parte.

 

L’utenza è aumentata, gli operatori spesso devono affrontare bisogni non clinici, che non trovano ascolto e risposta altrove, nel sociale, nel territorio.

Si è giunti ad un punto di saturazione e sotto questo profilo, probabilmente, andava valutata al meglio la proposta di qualche anno fà di realizzare una nuova sede distrettuale a metà strada tra i due quartieri di Marghera e Chirignago accorpando tutti i servizi, razionalizzandoli, aumentando la fascia oraria di apertura, dando così una sede più idonea, più funzionale e rispondente alle necessità operative al Sert, tale proposta non vide purtroppo la totale condivisione da parte dei due quartieri.

 

Nel frattempo si proceda come programmato al potenziamento del personale del Sert e vada rivista l’importanza del Drop in, che in questo momento sconta un periodo di sperimentazione di circa un anno, che deve assolutamente diventare riferimento per questo tipo di utenza e quindi luogo in cui trovano accoglienza e risposta ai bisogni sociali ricreativi di pazienti con forte disadattamento sociale, aumentando pertanto la fascia di apertura e il numero degli accessi.

 

Forse con la reale disponibilità di questi luoghi e di questi servizi evitiamo tragedie e rassicuriamo i cittadini.

Il Consigliere Comunale F.I. verso PDL
              Saverio Centenaro

 
 
Pubblicato il 23-02-2009 ore 10:43
Ultima modifica 23-02-2009 ore 10:43
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