Che un segnale di cambio di atteggiamento rispetto alle realtà culturali della città sia avvenuto, lo si legge nel bilancio comunale di previsione. Segnale cui ora il Comune, però, deve garantire continuità, promuovendo un'azione amministrativa, in grado di evitare dispersioni e di fare, una volta per tutte, "sistema".
Partiamo dai numeri: con il maxi emendamento che ha accompagnato l'approvazione del bilancio di previsione 2007, la Giunta ha accolto gli emendamenti proposti, all'unisono, dalle forze politiche di maggioranza che richiedevano l'istituzione di un centro di costo, destinato a sostenere, con 181mila 500 euro, unicamente le produzioni di spettacoli dal vivo. Con lo stesso maxi emendamento, sono stati aumentati i fondi per contribuire ad attività di rassegne e manifestazioni del servizio Cultura e Spettacolo con altri 80mila euro, raggiungendo complessivamente la disponibilità per spese e contributi a manifestazioni e gestioni a circa un milione e 500mila ai quali vanno sommati i 550mila euro per il Candiani. Sempre nel maxiemendamento, sono stati stanziati altri 150mila euro per iniziative legate a Mestre Novecento che si aggiungono ai finanziamenti erogati finora.
Sono stati aumentati, inoltre, i fondi per attività culturali delle Municipalità di Terraferma per un importo complessivo che supera i 150mila euro: questo significa che, nel loro complesso, le Municipalità spendono per attività di promozione culturale non meno di un milione e 150mila euro.
Va ricordato, inoltre, che l'assessorato alle Attività Produttive spende non meno di 600mila euro per contributi e manifestazioni varie…
Morale? Mai come nel bilancio di previsione di quest'anno, il Consiglio Comunale di Venezia ha messo a disposizione dell'Amministrazione Comunale tante risorse per promuovere attività culturali direttamente disponibili nelle voci di finanziamento a carico del Comune stesso.
Per la prima volta, su indicazione del Consiglio Comunale, viene data risposta a quelle realtà professionali della città che "producono" spettacoli e che chiedono di venir trattate con una pianificazione assolutamente necessaria che va ben oltre la logica dei contributi per rassegne e gestioni che aveva rappresentato, per troppo tempo, a Venezia, la modalità, quanto mai precaria, di fare cultura.
Il segnale, insomma, sul versante degli investimenti, è arrivato.
Lo sforzo fatto e condiviso nel bilancio di previsione del 2007, però, ha senso solo se si avranno la forza e la volontà politica di garantire tali impostazioni anche nelle prossime annualità: si tratta di un atto dovuto verso un mondo produttivo (e quindi di lavoro) connaturato ad una città che ha nel turismo (e quindi anche nella cultura) la sua principale fonte di sostentamento.
Non solo. Lo sforzo, fatto dal Consiglio Comunale, avrà pienamente senso solo ad una condizione: l'Amministrazione Comunale dovrà dimostrare di voler dare gambe anche ad altre relazioni e di voler condividere queste nuove ed inedite potenzialità con il "sistema" della città.
Al Comune, spetta, insomma, il compito, quanto mai fondamentale, di riuscire ad "accordare gli strumenti", evitando, nel panorama culturale cittadino, dispersioni di energie nonché dispersivi doppioni.
Mai come oggi è prioritario che l'agenda del Comune di Venezia parta dalla valorizzazione delle risorse e degli investimenti da condividere con gli altri enti locali - in primis Provincia di Venezia e Regione Veneto - e con tutte quelle istituzioni, pubbliche e private, che investono molto, in termini di finanziamenti, sulla cultura in questa città.
Insomma, siamo di fronte ad un'occasione unica per cambiare passo nel fare rete, nel fare sistema ed il Comune ha l'obbligo politico ed istituzionale di essere protagonista di questa scelta strategica.
E' fondamentale farlo subito per pianificare un lavoro importante che, finalmente, andrà oltre la labile prospettiva delle incertezza del quotidiano.
Un lavoro che, una volta per tutte, potrà avere un respiro di prospettiva pluriennale e che dovrà spaziare a tutto campo. Sarebbe veramente assurdo, sotto questo punto di vista, infatti, che si usassero risorse economiche per "accontentare" più esigenze possibili senza coniugare questi investimenti con la necessità - direi quasi l'obbligo - di far funzionare la rete di rapporti che si tengono, ad esempio, con chi distribuisce gli spettacoli (il Comune di Venezia è presente nel consiglio di amministrazione di Arteven), con altre istituzioni che non possono continuare ad essere vissute come qualcosa di esterno alla città stessa (o quantomeno alla sua amministrazione) come l'Ente Lirico La Fenice, il Teatro Stabile del Veneto Carlo Goldoni, la Biennale, Il Casinò di Venezia SpA (che, in attività culturali e contributi, non spende proprio delle "briciole"!) solo per citare quelle più conosciute.
Insomma per le produzioni di nuovi spettacoli, il problema non sta, solo, nello spendere al meglio questi 181mila 500 euro, ma nel fare in modo che vengano spesi per spettacoli che poi vadano tanto rappresentati e vadano tanto in giro in modo che facciano lavorare il più possibile.
In conclusione, l'aver aumentato le risorse da spendere per portare rassegne, manifestazioni ed happening, non può prescindere dall'impegno di vincere la pigrizia, tipicamente nostrana, del fare sistema: se Comune, Provincia e Regione iniziassero, con uno sforzo minimo, a mettersi intorno ad un tavolo forse anche gli altri enti - da troppo tempo abituati a funzionare da monadi a sé stanti - potrebbero essere invogliati a seguirne il virtuoso esempio, per il bene di tutta la città.
Roberto Turetta
Presidente VI Commissione Consiliare
Cultura, Tutela del Decoro e Turismo