Il prossimo autunno, l'Autorità Portuale di Venezia darà in consegna alla viabilità cittadina il ponte strallato che congiunge la via d'accesso al Porto Industriale di Marghera con via Volta e, quindi, con via dell'Elettricità.
Si tratta di un appuntamento importante ed atteso che risponde alle esigenze della città produttiva come a quelle della città urbana. La riforma viabilistica di via dell'Elettricità, con il raddoppio delle carreggiate e la sua classificazione quale strada ad alto scorrimento, una volta attuata, permetterà, allo stesso tempo, infatti, di superare i tempi "morti" di percorrenza del nodo viario che conduce al porto e di declassare via Fratelli Bandiera. Per questo rettilineo urbano, si prospetta un miglioramento di qualità viabilistica e di sicurezza e, soprattutto, il divieto di transito dei camion, in entrambi i sensi di marcia.
Purtroppo, a questo appuntamento, il Comune di Venezia arriverà in ritardo: anzi, alla luce del dibattito scaturito, qualche settimana fa, al momento dell'approvazione del piano delle opere, finanziate con i fondi della Legge Speciale, temo che Ca' Farsetti rischi di non arrivarci mai.
Nonostante continue code di camion caratterizzino la quotidianità di via dell'Elettricità e, di conseguenza, peggiorino la competitività commerciale non solo del Porto, ma anche dell'articolato sistema di aziende che operano in zona industriale e nonostante risulti chiara a tutti l'insostenibilità dell'attuale assetto infrastrutturale - tesi provata sia dalla Variante al PRG di Porto Marghera, sia da tutti gli atti che ne sono conseguiti, da parte dei numerosi soggetti coinvolti (Comune, Provincia, Autorità Portuale, CUAI, etc.) - il Comune di Venezia non è ancora riuscito ad entrare nella fase esecutiva del primo stralcio dell'opera che dovrebbe sistemare la viabilità di via dell'Elettricità nel tratto sud.
Proprio in vista dell'appuntamento con l'apertura del ponte strallato, il Comune di Venezia ha fatto sedere intorno al tavolo diversi soggetti allo scopo di attuare alcuni interventi funzionali di strutturazione dell'incrocio viabilistico fra lo stesso ponte, via dell'Elettricità e via Volta. Ebbene, anche questa volta, nonostante la condivisione, da parte di tutti della progettazione (e la concordia nel riconoscere l'urgenza di attuare tali interventi funzionali) non si è riusciti, neppure, ad avviare la fase esecutiva del cantiere che resta ancora da allestire. Siamo ancora al capitolo dei sopralluoghi e delle riunioni, nonostante la consegna del cantiere di Edilvenezia sia avvenuta lo scorso 22 agosto.
Addirittura adesso qualcuno pensa che il completamento dell'opera di ristrutturazione viabilistica di via dell'Elettricità possa essere procrastinata a data da destinarsi e che i fondi previsti - o meglio una parte perchè gli altri andrebbero risparmiati (sigh!) - possano essere dirottati su un'altra opera come il nodo viabilistico di via Malcontenta e via dell'Elettronica che, oltretutto, seppur urgente e necessaria, non gode neppure di un progetto preliminare approvato.
A questa vicenda e ai suoi ritardi, si sommano strutturali difficoltà decisionali - numerosi sono gli Enti con voci in capitolo - e gestionali. Oltre che soffermarsi su progetti e cantieri, bisognerebbe anche gestire il rapporto con le circa 60 imprese che vengono interessate direttamente (con espropri e conseguenti abbattimenti di cubature) dall'attuazione degli ultimi stralci della nuova via dell'Elettricità. Una volta che si sono assunte delle decisioni e si sono raggiunte un'unità di intenti e una coerenza nell'attuazione, queste difficoltà sono fisiologiche e ordinarie. Si rivelano assolutamente drammatiche, invece, se si lascia spazio alla schizofrenia con cui qualcuno, ma è solo una delle tante proposte, vuole stralciare dal piano delle opere il completamento della seconda tratta di via dell'Elettricità. Un'opera concepita e voluta dalla prima Giunta Cacciari rischia di essere messa in discussione, ora. Quand'anche venisse trovata soluzione per gli stralci approvati, si rischia di spostare la "strozzatura" viabilistica, da una parte all'altra di Porto Marghera. Dopo aver predicato, per dodici anni, che quest'opera era necessaria, vitale per le attività correlate al Porto, essenziale per rendere pienamente urbana via Fratelli Bandiera, si ha quasi la sensazione di essersi sbagliati ...
Spero che il Comune di Venezia - e la Municipalità di Marghera che ne è ancor più direttamente interessata - superi questa fase di stallo. E' in gioco non solo il futuro della zona produttiva (penso che stoppare questa opera comporti anche un "addio sogni di gloria" per la logistica!), ma anche il recupero urbano dell'asse di via Fratelli Bandiera. Oltretutto si cominci anche a guardare alle potenziali possibilità di intervento inserite nel nuovo DPEF 2006-2009 dove le infrastrutture di supporto ai "cluster" portuali (fra i quali figura anche il nostro porto) e ai percorsi del Corridoio 5 possono avere concreti sviluppi: come è possibile permettersi di non crederci ora che anche il Governo comincia a riconoscere l'importanza strategica dei i sistemi di collegamento viario d'accesso al Porto di Venezia?
Se è vero che l'opera è stata concepita troppo mastodontica - mi sembra strano che ci si accorga di questo solo oggi! -, si corra ai ripari. Ma se è vero che questo ridisegno viabilistico è necessario, come tutti hanno detto finora, non si perda altro tempo.
La città sta già pagando le conseguenze del ritardo su via dell'Elettricità, figuriamoci dell'abbandono.