O tempora o mores.
E’ proprio curioso quel che accade a Venezia. Dopo la scorpacciata estiva di eventi, mostre, pubblico e successi, si è tornati rapidamente alle baruffe della peggior specie.
Sembrava che, almeno una volta, ci si fosse messi tutti di buzzo buono a remare insieme dalla stessa parte a veder riconosciuto a Venezia il ruolo che merita e che, spesso, le è attribuito dai fatti e dai mass media mondiali: ruolo di capitale della cultura. Se vogliamo usare una metafora e considerare Venezia una bellissima serra con un pregiatissimo ecosistema sembrava che Ministero, Enti locali, investitori privati e varie realtà della città avessero capito che fare squadra era molto più producente del continuare a coltivare i singoli orti laddove, alla prima grandinata, i prodotti dei singoli si sarebbero rovinati irrimediabilmente. E tutti sappiamo che, perso un raccolto, ce ne vuole perché ne venga un altro…
Ma ecco che, ancora una volta, sembra prevalere una bieca offensiva che sposta il tiro sui giochi di potere - logicamente di pochi - anziché sugli interessi di tutti.
Il Portavoce del Presidente Galan, Franco Miracco ha cercato di portare il Sindaco Cacciari a dibattere, alla stregua di due “betoneghe”, sul come interpretare il futuro di Punta della Dogana sul dopo direzione di Madame Monique Veatue. Poveri noi!
Spero che l’imminente periodo elettorale non aiuti a balcanizzare una situazione che rischia di fare molto più male di quel che crede qualche burattinaio del mondo “politichese”. Non lo merita Venezia e, tantomeno, lo meritano i cittadini veneziani, che non sono solo i residenti, ma sono tutti i suoi fruitori (siano essi cittadini per un giorno o più) che almeno una volta nella vita hanno la fortuna di incrociare la loro esperienza di vita con il patrimonio culturale ed umanistico di questa straordinaria città.
Nel mondo della conservazione e della proposta culturale, non c’è spazio per le divisioni. E non è una questione di buonismo da quattro soldi. Si tratta di un realistico senso del valore che ha qualsiasi risorsa che si disperde per mancanza di concertazione e di condivisione coerente delle scelte a cui, quando tira il vento giusto, si plaude insieme e da cui ci si dissocia non appena scattano dinamiche in base ad altri interessi.
Stendiamo, infine, un pietoso velo sulla schizofrenia del centro destra. Una settimana prima, il presidente del Consiglio Comunale Renato Boraso (PDL) aveva presentato, assieme a tutti i capigruppo del centro destra del Consiglio Comunale la proposta di delibera per la cittadinanza onoraria a Francois Pinault.
La proposta di delibera è stata cofirmata nientemeno che dal neo assessore alla Cultura della Provincia, Raffaele Speranzon, dal capogruppo Antonio Cavaliere, da Alfonso Saetta (Gruppo Misto Alleanza…) e da Paolino D’Anna (Gruppo Misto Amici Popolari). Unico assente Alberto Mazzonetto della Lega che - coerentemente – è stato l’unico consigliere a non votare a favore del provvedimento. Chissà se Miracco, o Galan o Chisso si erano dimenticati di dire cosa pensavano ai loro omologhi a Ca’ Farsetti!
Se il buongiorno si vede dal mattino hai voglia che qualcuno riesca a mettersi con convinzione anche solo a formare almeno un comitato per candidare Venezia a Capitale Europea della Cultura nel 2019! Il tempo scorre inclemente e se, dopo tanti proclami, siamo ridotti a questo livello ho paura che, fra qualche mese, ci troveremo a piangere sul latte - e sulle scemenze - sapientemente versate da qualcuno, che annuncia chissà quali scenari di possibile cambiamento affinché nulla cambi… nella continuità di un gattopardismo che, da sempre, contraddistingue gran parte della politica culturale promossa dagli enti locali.
La candidatura di Venezia a capitale Europea della Cultura è stata deliberata dalla Provincia di Venezia con la Presidenza Zoggia e condivisa con atto di indirizzo dalla Giunta Cacciari. Ha fatto bella presenza come spot elettorale nella campagna della nuova Presidente della Provincia, Francesca Zaccariotto. Nel nord est si è aperto un gran dibattito con autorevoli satrapi del mondo della cultura veneziana a tesserne le lodi e le possibilità. Sicuramente farà capolino nelle prossime campagne elettorali comunali e regionali. Ma intanto, la cosa più ovvia e basilare, cioè fare un vero comitato promotore – magari con qualche figura innovativa e qualche cariatide in meno - è ben lontana dall’orizzonte. E le altre città italiane candidate, come ad esempio Ravenna, non stanno sicuramente ad aspettare i nostri comodi, o meglio le nostre baruffe. Ed è curioso che sia già operativo il comitato per candidarsi ad ospitare le Olimpiadi nel 2020 e che non si sia mosso un passo per mettere in piedi il Comitato per Venezia Capitale Europea della Cultura nel 2019. Viene spontaneo chiedersi se, nonostante spot elettorali e delibere di indirizzo a chi amministra dal vertice gli Enti Locali (Comune, Provincia e Regione), in realtà, non interessi assolutamente portare a casa questo importante risultato.