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Partito Democratico - Il punto di vista di Jacopo Molina

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Ho letto su Il Gazzettino - edizione di Venezia del 21 agosto 2009 articolo dal titolo “Casinò, spunta l’ipotesi Ames” nel quale si ventila la possibile entrata nella compagine sociale di Casinò Municipale di Venezia S.p.A. di Ames S.p.A.
Se l’ipotesi assumesse consistenza ritengo si andrebbe incontro ad un grave errore, le cui conseguenze ricadrebbero sui cittadini del Comune di Venezia.
Ora, Casinò Municipale di Venezia S.p.A., avente quale oggetto sociale, tra altro, la gestione della Casa da Gioco di Venezia, è società le cui azioni sono al 100% in proprietà del Comune di Venezia.
La società è in evidente difficoltà, tanto è vero che in una recente variazione al bilancio di previsione comunale per il 2009 il trasferimento di denaro dalla società al Comune di Venezia è stato ridotto da € 107.000.000 ad € 99.500.000, con conseguenti ricadute su molteplici servizi che l’Amministrazione comunale fornisce ai cittadini.
Quanto sopra nonostante l’azionista Comune di Venezia abbia dimostrato di sostenere concretamente la propria società, prova ne sia che, con Deliberazione di Consiglio Comunale N. 142 del 22.12.2008, l’Amministrazione ha aumentato il capitale sociale di Casinò Municipale S.p.A., mediante il conferimento di beni mobili ed immobili, elevandolo da € 8.000.000 a € 48.000.000.
Quanto ad Ames S.p.A. (già Azienda Multiservizi Economici Sociali, dal 1999 società per azioni) è anch’essa società le cui azioni sono al 100% di proprietà del Comune di Venezia. A questa società il Comune di Venezia ha affidato per 30 anni (a decorrere dall’1.12.1999) il servizio di gestione delle 14 farmacie comunali (oltre ad un Punto Sociale a Sant’Erasmo) ed i servizi di ristorazione scolastica e delle funzioni svolte dal personale non docente degli asili nido e delle scuole dell’infanzia del Comune di Venezia (fonte Città di Venezia, Il Sistema delle partecipazioni del Comune di Venezia – Archivio Societario 2009, dati di bilancio al 31.12.2008, a cura della Direzione Controllo Società Partecipate – Servizio Governance di Gruppo).
Quest’ultima è invero società che sta dando prova di sé piuttosto buona, tanto che negli ultimi anni ha distribuito dividendi all’unico socio (€ 130.000 nel 2007, € 100.000 nel 2008, € 50.000 nel 2009).
E’ di tutta evidenza che l’entrata di Ames S.p.A. quale azionista di Casinò Municipale di Venezia S.p.A. non sposterebbe, in fatto, di nulla la situazione di quest’ultima.
Infatti, come visto, il Comune di Venezia è azionista unico sia di Casinò Municipale di Venezia S.p.A. che di Ames S.p.A.
Perché mai, dunque, Ames S.p.A. dovrebbe entrare nell’azionariato di Casinò S.p.A.?
Se Ames S.p.A. diventasse socia di Casinò S.p.A., l’azionista unico effettivo resterebbe comunque il Comune di Venezia, in parte direttamente, in parte indirettamente, appunto tramite Ames S.p.A.
Al che non si vede davvero quale beneficio potrebbero trarne i veri azionisti di Casinò S.p.A. e di Ames S.p.A., che non sono né il Sindaco né il Consiglio Comunale, ma i cittadini del Comune di Venezia, nel cui unico interesse gli organi politici sono chiamati, per quanto di rispettiva competenza, ad indirizzare e a controllare l’attività delle società partecipate.
Credo invece che l’Amministrazione Comunale debba puntare a semplificare (ed a ridurre) e non davvero a complicare - intrecciandole più di quanto ad oggi già sono - le proprie partecipazioni societarie.
Contrariamente, non si renderebbe un buon servizio ai cittadini azionisti.
Nel caso di specie, di più, si correrebbe il concreto rischio di andare a compromettere sotto molteplici aspetti l’attività aziendale di Ames S.p.A. per mandare questa in aiuto di altra società comunale con mezzi ed esperienze che Ames S.p.A. non ha, né può avere, visti i diversissimi campi nei quali le due società sono attive.
Al Sindaco ed al Consiglio Comunale dunque il compito di fare uscire da una difficile, ma non irrecuperabile, situazione Casinò Municipale di Venezia S.p.A.; un tanto, tuttavia, senza coinvolgere affatto, quali socie di quest’ultima, altre società comunali, pena la nascita di un ircocervo, animale favoloso metà caprone metà cervo con il quale nell’antichità si indicava, per metafora, un’idea intrinsecamente contraddittoria.

 
 
Pubblicato il 27-08-2009 ore 11:34
Ultima modifica 27-08-2009 ore 11:34
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