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X Commissione - Verbale

Seduta del 19-09-2005 ore 11:00
congiunta alla IV Commissione

 

Consiglieri componenti le Commissioni: Paolino D'Anna, Giuseppe Toso, Giampietro Capogrosso, Carlo Pagan, Valerio Lastrucci, Claudio Borghello, Patrizio Berengo, Giovanni Salviato, Franco Ferrari, Fabio Muscardin, Alessio Vianello, Tiziano Treu, Tobia Bressanello, Giovanni Azzoni, Fabio Toffanin, Franco Conte, Alfonso Saetta, Giacomo Guzzo, Roberto Turetta, Maurizio Baratello, Bruno Lazzaro, Michele Mognato, Bruno Filippini, Cesare Campa, Saverio Centenaro, Antonio Cavaliere, Michele Zuin, Raffaele Speranzon, Alberto Mazzonetto, Sebastiano Bonzio, Diego Turchetto, Ezio Oliboni, Gianfranco Bettin

 

Consiglieri presenti: Paolino D'Anna, Giuseppe Toso, Carlo Pagan, Valerio Lastrucci, Claudio Borghello, Patrizio Berengo, Giovanni Salviato, Franco Ferrari, Tobia Bressanello, Franco Conte, Alfonso Saetta, Giacomo Guzzo, Roberto Turetta, Bruno Filippini, Cesare Campa, Antonio Cavaliere, Alberto Mazzonetto, Sebastiano Bonzio

 

Altri presenti: Cap. Ermenegildo Massimo; Ing. Nicola Ferrari, Consigliere Giorgio Chinellato

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Illustrazione dello "Studio per salvaguradare Venezia Centro Storico dalle alte maree e da eventuali inquinamenti di prodotti petroliferi (Massimo)"

Verbale





Il Presidente D’ANNA, di concerto con il Presidente LASTRUCCI, in presenza del numero legale, alle ore 11.20 dichiara aperta la seduta. Ricorda che quella odierna è l’ultima audizione dedicata all’illustrazione dei progetti alternativi al MOSE. Da la parola al Cap. Massimo per l’illustrazione del punto 1) OdG.

MASSIMO illustra lo "Studio per salvaguardare Venezia Centro Storico dalle alte maree e da eventuali inquinamenti di prodotti petroliferi". Il progetto prevede l’esecuzione di una barriera meccanica soffolta con sommità a riposo a quota –0.50 m. sul livello medio mare (quota delle velme lagunari) di separazione tra il bacino di Lido S. Nicolo e quello di Alberoni e Chioggia, costruita su basso fondale, lungo la direttrice del spartiacque tra Malamocco e Porto Marghera. Si provvede alla regolazione della sola bocca di Lido con un sistema di paratoie solidali a una struttura in acciaio prefabbricata di ancoraggio, costruita a moduli di 300 x 50 m. in bacino di carenaggio e affondata mediante riempimento in calcestruzzo delle casse d’aria. Le paratoie consentono di regolare i flussi di entrata ed uscita con facilità e in posizione di riposo non creando zone di ristagno. I concetti chiave dello studio sono:

  • può essere realizzato sul solo bacino portuale su cui insiste il Centro Storico di Venezia ed esteso, eventualmente, alle altre bocche di porto in un secondo tempo;
  • la barriera soffolta a riposo è invisibile e può avere la funzione di protezione di Venezia in occasione di un eventuale grave incidente ambientale a Porto Marghera, agendo da confine meccanico della eventuale macchia oleosa galleggiante;
  • lungo il tracciato della barriera possono essere veicolati importanti sottoservizi.


I punti di forza dello studio sono:

  • la protezione del Centro storico è immediata dopo la costruzione della chiusura della bocca di Lido e della barriera interna; non occorre attendere la realizzazione delle chiusure delle altre bocche di porto;
  • è possibile verificare l’effetto della chiusura della bocca di porto su un solo (e principale) bacino di utenza e verificarne l’impatto prima di proseguire con la chiusura delle altre bocce di porto;
  • i lavori in basso fondale sono meno costosi e di minore pericolosità potenziale in caso di cedimento strutturale;
  • le opere in basso fondale e lungo la linea spartiacque sono ininfluenti nella dinamica idraulica lagunare;
  • è un’opera aggiuntiva e compatibile con quelle del Consorzio Venezia Nuova ed assicura un grado di sicurezza maggiore per il Centro Storico di Venezia (in caso di inefficienza delle chiusure di Alberoni e Chioggia).


Questo studio è stato presentato per la prima volta nel 1994.
LUSTRUCCI ringrazia il Cap. Massimo per l’illustrazione; ciò che è stato esposto è chiaro. Trova che lo studio presentato sia una proposta concettuale e bisogna valutare che influenza ha sul resto della laguna di Venezia. Lastrucci puntualizza che l’impatto ambientale non coincide con l’impatto visivo. Trova che l’opera presentata non risponda al concetto di reversibilità; comunque l’idea progettuale deve essere sviluppata e può essere utile per la sicurezza di Venezia. Non ha domande tecniche da fare.
CAMPA chiede se la proposta presentata oggi alle Commissioni congiunte risponde ai requisiti indicati dal Consiglio Superiore per le opere di salvaguardia di Venezia e della sua laguna, cioè se questo studio tiene conto delle direttive sulla Legge Speciale per Venezia, visto che al Consigliere sembra che le opere di salvaguardia non possono separare la laguna, ma interessare la totalità del suo bacino.
MAZZONETTO interviene sulla barriera spartiacque e ricorda che c’è un progetto che prevede di portare (con un tunnel) fuori dalla laguna i rifornimenti delle petroliere. Chiede se l’equilibrio della laguna risente dell’azione della barriera (che l’attraversa da parte a parte); resta perplesso e preoccupato sull’operazione che è stata proposta.
SAETTA chiede qual è il costo dell’operazione (barriera, paratoie, ecc..) ed il costo della manutenzione.
MASSIMO dice che non è stato calcolata la manutenzione. Sui costi in generale non c’è un calcolo preciso, perchè i costi sono in lire relativi al 1994. Comunque si stima un costo delle opere di circa 900 milioni di euro.
CAMPA dice che il Parlamento ed il Governo italiano hanno deciso che la laguna di Venezia, nella sua salvaguardia, non dev’essere separata negli interventi, va tutelata interamente. Ribadisce l’importanza di queste prescrizioni.
MASSIMO dice che la laguna non è chiusa quando la diga/barriera ha i varchi aperti e che, secondo lui, l’osservazione di Campa non può essere presa alla lettera.
Il Presidente LASTRUCCI ricorda che nelle Commissioni congiunte IV^ e X^ si sta facendo un percorso informativo sulle proposte alternative al MOSE. Chiede all’Ing. Ferrari, collaboratore di Massimo, delucidazioni sulle problematiche dei flussi all’interno della laguna di Venezia nel caso si realizzasse la barriera prevista nel loro studio.
FERRARI spiega che è stata scelta quella localizzazione per la barriera/diga perché lì la corrente è minima e c’è il minor scambio idraulico.
MAZZONETTO dice che la barriera diritta e costante modifica la laguna perché si forma un argine; questo è un problema strategico.
FERRARI dice che come concetto la diga/barriera è da considerarsi come una soluzione integrativa e che si va a cementare ad una quota compatibile ai possibili movimenti in laguna.
CAVALIERE è perplesso quando Massimo ha spiegato che la scelta del loro studio è salvare prima Venezia e dopo il resto della laguna. Cavaliere spera che sia l’ultima audizione sui progetti alternativi al MOSE e che si arrivi a fare il sopralluogo nei cantieri del MOSE.
D’ANNA informa i Commissari che i prossimi appuntamenti delle Commissioni Consiliari congiunte X^ e IV^ sono il sopralluogo ai cantieri del MOSE, l’audizione con il Consorzio Venezia Nuova e con il Magistrato alle Acque di Venezia.
MASSIMO dice che a Chioggia è presente una situazione relativa alle acque alte diversa da Venezia, con una zona ridotta della città che va sotto acqua.
Il Presidente LASTRUCCI ringrazia Massimo e il suo collaboratore per l’illustrazione; dichiara concluso il punto 1) all’OdG. Su richiesta del Consigliere Campa le Commissioni congiunte proseguono la seduta, discutendo sulle audizioni fatte sinora (progetti alternativi al MOSE).
CAMPA chiede per che motivo si fanno queste audizioni sui progetti alternativi al MOSE, visto che per queste attività istituzionali si spendono soldi pubblici. Chiede perché non si sono sentite anche altre proposte che soggetti diversi stanno proponendo in città (e fa alcuni esempi di proposte che le Commissioni non hanno contattato). Campa dice che oggi si è assistito alla presentazione di un progetto nato con dei presupposti che non rispettano i requisiti di legge che normano gli interventi di salvaguardia della laguna di Venezia. Se queste audizioni avessero avuto valore scientifico, forse ci sarebbe stata un’utilità; ma così oggi non è stato, e perciò il Consigliere protesta e desidera che siano invitati anche altri soggetti che ragionano da tempo sulle acque alte e sul MOSE. Chiede una risposta ufficiale e scritta sulle questioni che ha posto.
BONZIO dice che con queste ultime audizioni si stia scadendo un po’ sul tono delle proposte. Lo scopo del lavoro delle Commissioni è di arrivare ad atti concreti: ultimamente perde un po’ di fiducia sui progetti presentati. Trova ovvio che si ascoltino anche i progettisti del MOSE, ma invita ad avere audizioni anche con i comitati che protestano contro il MOSE, visto che hanno dei portavoce che possono essere interpellati.
MAZZONETTO dice che ha seguito le audizioni di quasi tutti i progetti alternativi al MOSE per capire e conoscere. L’aspetto politico della questione è migliorare il MOSE; personalmente preferisce la proposta fatta da De Simone. Sugli altri progetti con cui organizzare un’audizione, come diceva Campa, si può sentire anche Spagnuolo.
LASTRUCCI spiega l’iter che si è seguito per le audizioni sui progetti alternativi al MOSE; è stato dato pubblico avviso con un comunicato alla stampa che definiva un limite di presentazione alle Commissioni IV^ e X^ entro il 15 luglio 2005. Poi è pervenuta un’ulteriore richiesta (fine agosto) da parte di Massimo e si è optato di ascoltare anche questa proposta.
CAMPA dice che viene a sapere ora che Spagnuolo non ha chiesto l’audizione alle Commissioni. Chiede se c’è stato a monte un filtro per la valutazione delle richieste.
BONZIO dice che Spagnuolo non ha un progetto alternativo al MOSE.
CONTE, dopo l’intervento di Campa e Mazzonetto, dice siamo oggi in quella che a Napoli è definita moina; si è lavorato intensamente nelle Commissioni per mettere a posto la coscienza. Conte si rifiuta di fare l’ingegnere idraulico in poche lezioni; in Commissione non si danno pareri tecnici. Dopo l’alluvione di Venezia del 1966 si è aperto il dibattito che ha portato al MOSE, con l’idea che abbia vinto il progetto più forte. Il parere comune della gente è che se ci sono i soldi si fa il MOSE. Conte ricorda l’ultima partita sul MOSE giocata in Consiglio Comunale nella passata Consiliatura (Bettin e Costa). Dice che il lavoro delle Commissioni aveva un senso per presentare delle soluzioni; si aveva l’obbligo di ragionarci su. Le Commissioni dovrebbero dare "gambe" a queste idee alternative. Non va dimenticato che il Consorzio Venezia Nuova ha già avviato i lavori del MOSE. Conte dice che a Venezia si sta rischiando di fare la figura che fece Costantipoli con l’invasione dei turchi: intanto che si discuteva sul da farsi, i turchi entrarono in città.
FILIPPINI dice che si è deciso di fare un percorso e si hanno più informazioni di ieri. Trova corretto essere arrivati oggi alla conclusione del lavoro; dice c’è stato un criterio nella scelta dei progetti. Si conclude il tutto con una verifica sul campo, nei cantieri del MOSE. Dopo spetta alla politica proseguire nelle scelte operative. Filippini condivide politicamente l’intervento di Conte.
D’ANNA sottolinea, con cognizione di causa, la differenza che c’è tra moina e sceneggiata. Ricorda come è nato questo percorso di audizioni di progetti alternativi al MOSE; fu nella prima seduta che fece la X^ Commissione (problematiche delle antenne telefoni mobile) che era appena giunta la richiesta di audizione di Di Tella. La Commissione fu d’accordo ad iniziare il percorso delle audizioni; si è fatto un elenco dei soggetti da invitare e si sono comunicate delle scadenze per la presentazione delle domande. Non è pervenuta nessuna richiesta da Spagnolo o da altri soggetti; quelli che hanno fatto richiesta sono stati ascoltati in Commissione. D’Anna conferma che bisogna sentire il Consorzio Venezia Nuova e il Magistrato alle Acque di Venezia, invitandoli in Commissione. Poi la parola passerà alla politica. E’ d’accordo con Conte che non è compito dei Commissari diventare ingegneri idraulici.
LASTRUCCI chiede ai componenti le Commissioni congiunte se sono d’accordo ad invitare nella stessa seduta il Consorzio Venezia Nuova e il Magistrato alle Acque. Lustrucci pensa che sia da invitarli in due momenti diversi.
CAMPA vuol capire con che sistema si sono fatte queste audizioni, se qualcuno è andato a vedere i progetti depositati negli uffici prima di convocare. Parla del ruolo che il Consorzio Venezia Nuova ha in quanto concessionario dello Stato. Dice che trova utile fare oggi il punto della situazione con il Magistrato alle Acque di Venezia sulle opere per la salvaguardia di Venezia, sul MOSE in particolare. Campa è favorevole a sentire subito, per primo il Magistrato alle Acque di Venezia.
MAZZONETTO condivide in parte quanto detto da Conte. Come Consigliere ritiene che sia meglio avere audizioni separate con il Magistrato alle Acque ed il Consorzio Venezia Nuova. Per le grandi opere ricorda che è stato possibile, anche in altre occasioni, modificarle in corso d’opera; questo può succedere anche per il MOSE.
FILIPPINI dice che tutto è possibile. Il Consiglio Comunale farà la sua parte, si esprimerà, come è nelle sue prerogative. Trova che le Commissioni consiliari non siano la sede preposta per esprimere pareri sui progetti alternativi.
BERENGO ha trovato utile il lavoro fatto dalle Commissioni consiliari congiunte; si è visto un po’ di tutto. I Consiglieri hanno acquisito il minimo per valutare le opere alternative al MOSE. E’ importante la conoscenza. Trova corretto quello che ha detto Campa invitando al confronto con il Magistrato alle Acque ed il Consorzio Venezia Nuova. Bisogna valutare, come Consiglio Comunale, se si possono apportare modifiche al MOSE che possono far risparmiare soldi alla comunità, anche con migliorie al progetto originale. Pensa che bisogna essere aperti a considerare positivamente le proposte alternative al MOSE, sempre nell’intento di migliore il risultato finale.
BONZIO ringrazia per il lavoro fatto in Commissione Consiliare. Pensa che manchi un aspetto che non è stato affrontato in Commissione: la necessità di dar voce al sentire popolare, a ciò che pensa il cittadino. Ci sono dei soggetti, gruppi come il Comitato No MOSE che potrebbero essere ascoltati per conoscere la loro opinione.
SAETTA dice che lo scopo delle sedute che si sono fatte, era di avere audizioni informative sui progetti alternativi al MOSE. Non è d’accordo, per nulla, ad allargare le audizioni ai comitati.
FILIPPINI pensa che sui progetti alternativi al MOSE ci sarà un confronto con la città.
CONTE è per la separazione delle audizioni; pensa che sia da sentire prima il Consorzio Venezia Nuova, poi il Magistrato alle Acque. Vorrebbe conoscere il parere del Comitato No MOSE, in Commissione o in altra sede.
LASTRUCCI dice che alla fine del percorso la politica si esprimerà; c’è un comitato tecnico del Comune di Venezia (Gruppo di Lavoro Salvaguardia di Venezia) che darà delle indicazioni ai Consiglieri. Questa la scaletta che propone per le prossime audizioni: 1) Consorzio Venezia Nuova 2) Magistrato alle Acque di Venezia 3) Gruppo di Lavoro Salvaguardia Venezia (del Comune). Questi tre appuntamenti chiudono il lavoro delle Commissioni congiunte relativo ai progetti alternativi al MOSE.
BERENGO propone di sentire prima un rappresentante del Comitato No MOSE.
MAZZONETTO dice che si possono sentire prima un portavoce o due dei comitati.
FILIPPINI è contrario a sentire in Commissione i comitati.
Il Presidente D’ANNA, di concerto con il Presidente LASTRUCCI, in assenza di altri interventi dichiara conclusa la seduta alle ore 13.05.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 29-09-2005 ore 00:00
Ultima modifica 29-09-2005 ore 00:00
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