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IX Commissione - Verbale

Seduta del 21-02-2006 ore 11:00
congiunta alla X Commissione

 

Consiglieri componenti le Commissioni: Paolino D'Anna, Giampietro Capogrosso, Tiziano Treu, Valerio Lastrucci, Claudio Borghello, Tobia Bressanello, Patrizio Berengo, Giovanni Salviato, Franco Ferrari, Anna Gandini, Ivano Berto, Carlo Pagan, Alessandro Maggioni, Giorgio Chinellato, Fabio Muscardin, Michele Mognato, Maurizio Baratello, Bruno Filippini, Giovanni Azzoni, Fabio Toffanin, Franco Conte, Giacomo Guzzo, Felice Casson, Diego Turchetto, Ezio Oliboni, Michele Zuin, Saverio Centenaro, Antonio Cavaliere, Raffaele Speranzon, Alberto Mazzonetto, Sebastiano Bonzio, Gianfranco Bettin

 

Consiglieri presenti: Paolino D'Anna, Claudio Borghello, Tobia Bressanello, Patrizio Berengo, Anna Gandini, Giorgio Chinellato, Fabio Muscardin, Bruno Filippini, Fabio Toffanin, Franco Conte, Giacomo Guzzo, Felice Casson, Saverio Centenaro, Antonio Cavaliere, Alberto Mazzonetto, Sebastiano Bonzio, Gianfranco Bettin

 

Altri presenti: Comitato Promotore del Referendum: Anthony Candiello, Domenico Vianello, Paolo Koch, Roberto Carrara e Paolo Tozzo Osservatorio per il settore Chimico: Attilio Fiore e Pinella Aurigemma

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Esame problematiche e approfondimento sul ciclo della chimica

Verbale

Alle ore 11.20, il Presidente della IX Commissione Consiliare, Giorgio Chinellato, di concerto con il presidente della X Commissione Consiliare, Paolino D’Anna, assume la presidenza delle commissioni congiunte e constatata la presenza del numero legale dichiara aperta la seduta.

CHINELLATO ricorda ai consiglieri che questo incontro era stato richiesto da tutti i commissari nella precedente riunione per avere una cognizione tecnica al fine di informare tutti i consiglieri sulla materia del quesito referendario. Inoltre ricorda che

  • in data 20 Gennaio 2006, è stata inviata una lettera al Prefetto di Venezia con la richiesta di valutazione in merito all’ammissibilità del quesito referendario sulle materie di competenza esclusiva del Consiglio Comunale e sull’eventuale possibilità di accorpamento della tornata referendaria con il futuro referendum sulla devolution; attualmente non è ancora stata fornita la risposta.
  • in data odierna è pervenuta una diffida da parte dello Studio Legale Azzarini su incarico della FILCEM – CGIL di Venezia sull’illegittimità del quesito referendario perché attinente a materie non strettamente di competenza comunale;
  • è stato distribuito tramite le segreterie delle commissioni consiliari la memoria aggiuntiva presentata dal Comitato Promotore del Referendum consultivo.



Alle ore 11.25 entra il consigliere Alberto Mazzonetto.

FIORE specifica che l’Osservatorio Nazionale sulla Chimica interverrà soltanto per evidenziare l’impatto delle ricadute sulle altre produzioni nazionali

CASSON chiede chiarimenti sul significato del termine “ impatto “.

FIORE specifica che intende fornire spiegazioni tecniche sulla produzione del sito di Porto Marghera e delle possibili ricadute della produzione negli altri siti industriali, senza minimamente intervenire nel processo di valutazione in merito alla richiesta referendaria.

FILIPPINI ricorda ai commissari che questa riunione era stata richiesta proprio per esaminare le problematiche e approfondire la tematica in merito al ciclo della chimica a Porto Marghera e le possibili ripercussioni, conseguenti, a livello nazionale.

MAZZONETTTO ricorda il diritto dei cittadini a poter esprimersi su una questione di così grande importanza attraverso il referendum che è esclusivamente di tipo consultivo

CHINELLATO ricorda che in premessa aveva detto che questa era una riunione esclusivamente tecnica per poter meglio sviscerare le problematiche della chimica.

FILIPPINI aggiunge che attualmente esiste, in attesa della risposta del Prefetto, un possibile problema di legittimità del Referendum consultivo

CANDIELLO ricorda che è stata distribuita a tutti i consiglieri comunali la memoria aggiuntiva; sottolinea alcuni dati come il continuo trend discendente dell’occupazionale del settore chimico all’intero di Porto Marghera passato da 13.233 addetti nel 1965 ai 2.525 del 2004 e i continui processi di sviluppo per migliorare le produzioni. Sottolinea che l’importanza della tutela della salute e la protezione dal rischio per i cittadini deve essere un obiettivo di fondamentale importanza per le stesse amministrazioni pubbliche.

Alle ore 11.40 entra il consigliere Patrizio Berengo.

VIANELLO illustra la sua attività di ricercatore alla Montedison ed evidenzia come la posizione di Porto Marghera rappresentava un centro nevralgico per le produzioni chimiche del passato dato che si poteva sfruttare sia la spedizione via nave, che via pipe line o via terra. Specifica alcuni dati tecnici sulle diverse produzioni e sui relativi quantitativi prodotti dalle diverse aziende.

CANDIELLO aggiunge che in base alle ricerche effettuate ci sono altri impianti a livello europeo che utilizzano fosgene, ma che diversamente da Porto Marghera, si è deciso di trasferirli in zone periferiche con densità abitativa molto bassa.

KOCH spiega fornendo esempi le produzioni chimiche relative al fosgene, al demitilcarbonato e al TDI e i settori che utilizzano tali produzioni

CANDIELLO aggiunge che esiste una grande realtà scientifica della chimica italiana, ma che forse ci si è troppo limitati a produzioni di massa a basso valore aggiunto.

CARRARA sottolinea come il petrolchimico a Porto Marghera è stato realizzato al meglio sotto il punto di vista della struttura e dell’integrazione con gli stabilimenti chimici, dato che alcune materie prime sono i sottoprodotti di altre lavorazioni ( ad es. cloro, Tdi con fosgene, acido cloridrico, PVC ). Ricorda che la causa di molti disastri naturali si è scoperto soltanto a posteriori che era da imputare alle produzioni chimiche, che in natura non si trovano come composti organici come ad esempio per i clorurati. In riferimento al rischio derivante dalle produzioni di cloro pone l’attenzione all’alto tasso di tossicità e di pericolosità, e che le stesse direttive europee come quella di Seveso sottolineavano la necessità di utilizzare tecnologie alternative. Nonostante questo allarme ambientale dell’utilizzo nella produzione del mercurio si continua tranquillamente nella sua produzione. In altre nazioni, come la Svezia ad esempio, si è scelta la via di bandire certe produzioni salvo poi importarle da altri paesi come quelle relative al PVC e CVM. Ricorda l’incidente al TDI avvenuto nel Novembre del 2002, dove nonostante gli impianti di produzione fossero separati si poteva prospettare un danno molto più forte data la vicinanza di 2 cisterne di sostanze infiammabili e con centinaia di lavoratori impiegati.

Alle ore 12.20 esce il consigliere Fabio Toffanin

FIORE condivide il fatto che Porto Marghera rappresenta un esempio di filiera di produzione perfetta, e aggiunge che modificando qualcosa si rischia di dover modificare tutto l’aspetto produttivo, dato che il polo chimico non può reggersi soltanto sul cracking. Senza entrare nel merito del quesito referendario, pone l’attenzione che ne il precedente accordo di programma del 98, ne la sua successiva integrazione possono materialmente risolvere il problema, con la prospettiva che le imprese chimiche importino direttamente le materie prime da altre nazioni. Ricorda l’esempio di Priolo dove quando venne deciso di non utilizzare il cloro nella filiera produttiva, si ebbe come conseguenza la chiusura totale di tutta la produzione. Continua ricordando che ogni volta che si chiude un grosso impianto si verificano ripercussioni a livello generale, e che nello specifico senza il cloro, la sola produzione di cracking non avrebbe senso, anche se piacerebbe a tutti avere un “paese pulito”. Sottolinea il fatto che il progetto generale di INEOS non riguarda solo Marghera, ma anche la Sardegna e che un’eventuale decisione contraria avrebbe conseguenze anche nell’altra regione.

Alle ore 12.30 entrano i consiglieri Claudio Borghello e Gianfranco Bettin.

CASSON chiede alcuni chiarimenti in merito agli impianti di fosgene in Germania, agli aspetti positivi e negativi di avere soltanto cracking a Marghera e al parco serbatoi delle produzioni chimiche.

FIORE risponde che nel caso dei parchi serbatoi e del cracking si rinuncerebbe al valore aggiunto delle produzioni e che difficilmente le società di servizi senza grandi imprese vicine fanno nuovi investimenti. Attualmente il cracking coinvolge a Marghera circa 300 persone a fronte delle oltre 2.000 che lavorano nella chimica. Ricorda come la situazione attuale italiana del settore chimico è rappresentata circa dal 35% da multinazionali, dal 20% da medie imprese, da un 7% da ENI e il restante pari al 40% da piccole imprese. Aggiunge che in merito alla produzione di TDI, questa attualmente può essere svolta solo con l’utilizzo del fosgene dato che un gruppo di ricerca europeo non ha ancora trovato una soluzione per una produzione di tipo alternativo.

CANDIELLO sottolinea il fatto che resta ancora molto sentito nella preoccupazione dei cittadini il rischio chimico, e che ne gli accordi di programma del 98 ne i successivi come l’ultima intesa per Porto Marghera trovano una soluzione al problema, dato che non è ancora stato completamente realizzato ciò che era previsto da quasi 10 anni. Pone l’attenzione sul continuo calo occupazione del settore chimico, ritenendo che le imprese non attuino le trasformazioni per esclusivi motivi di natura economica.

FIORE concorda sul fatto che in base all’accordo del 98 molte cose dovevano già essere operative come ad esempio la sostituzione con le celle a membrana e le opere di bonifica dei siti inquinati. Ritiene che il fattore occupazionale locale è si importante, ma bisogna tenere in considerazione le possibili ripercussioni con le altre produzioni nazionali.

CANDIELLO aggiunge che altri siti legati alla produzione di cloro sono in corso di chiusura per diversi motivi, ricordando che con il solo cracking Porto Marghera non avrebbe più grossi impianti pericolosi nel territorio vicino alla popolazione.

CARRARA auspica che se tutte le produzioni del cloro andassero via dall’Italia sarebbe un bene per tutti, ricordando che nel passato la chimica italiana era sostenuta da un grosso investimento pubblico, che attualmente è invece lasciato alle multinazionali.

MAZZONETTO argomenta l’importanza di alcuni aspetti come la capacità programmatoria degli enti locali e che nello stesso programma della Giunta era stato inserito tra le priorità la questione di Porto Marghera. Condivide la necessità di spostare dai centri abitati le produzioni pericolose per tutelare la salute delle persone come è avvenuto in Germania, e sottolinea l’importanza di dare la possibilità ai cittadini Veneziani di esprimersi attraverso il referendum. Ritiene opportuno un approfondimento in merito alle indagini epidemiologiche.

Alle ore 13.20 escono i consiglieri Tobia Bressanello e Claudio Borghello.

FILIPPINI sottolinea che attualmente in Europa c’è un trend di sviluppo del settore chimico con la costruzione di impianti come quello di Dresda. Sulla filiera del cloro, ritiene che non è un prodotto obsolescente ma che fa parte delle produzioni fondamentali per lo sviluppo della chimica. Mostra tramite una planimetria, la dislocazione di 19 siti a livello europeo che utilizzano il fosgene come prodotto intermedio, domandandosi cosa c’è di diverso nelle produzioni in Europa rispetto a quelle a Porto Marghera. Rispetto all’accordo del 98 evidenzia che c’è stata una caduta dell’occupazione a seguito delle innovazioni tecnologiche previste dallo stesso accordo soprattutto in termini di ambiente e sicurezza, oltre alle dismissione degli impianti. Nei confronti delle bonifiche la responsabilità primaria della non attuazione è da riferire al governo centrale che ha imposto delle procedure complesse per la loro realizzazione espropriando la competenza ai governi locali. Ricorda che il vecchio petrolchimico 1 costruito negli anni 70 non esiste più da tempo, sostituito con impianti più moderni, e che l’impianto solo del cracking porterebbe la produzione di etilene fuori dal mercato. Pone dei quesiti in merito alla possibilità di produrre il TDI senza l’utilizzo del fosgene e che sarebbe possibile, con l’aumento del costo per le imprese, sulla possibilità senza l’utilizzo del ciclo del cloro di produrre chimica rendendola compatibile con l’ambiente e l’intero sistema produttivo di Porto Marghera, e che quindi la messa in discussione del ciclo del cloro significa chiudere tutta la chimica a Porto Marghera, con conseguenze nell’intero sistema produttivo nazionale oltre che scaricare nella collettività Veneziana pesanti costi sia economici che occupazionali. Sottolinea che oltre alle persone direttamente coinvolte con la produzione chimica, bisogna considerare tutte quelle che si occupano dei servizi, e che il numero di persone interessate è nettamente superiore. Inoltre ricorda che l’eventuale decisione di chiudere il ciclo del cloro comporterebbe un alibi per le imprese che potrebbero non attuare tutti gli interventi necessari e previsti in termini di ambiente e sicurezza, lasciando alla collettività l’onere e i costi di un vasto processo di disinquinamento del territorio.

BERENGO condivide il fatto che Marghera deve restare una zona industriale ma bisogna tenere ben presente che a circa 3 Km dalle produzioni di cloro c’è Piazza San Marco. Sul tema delle bonifiche e degli investimenti ritiene che le multinazionali cercano di non attuarle finché ritengono tali produzioni convenienti in base al mercato, fino alla scelta di andarsene. Conclude che la chimica è una questione importante e che bisogna fare qualcosa.

CAVALIERE ringrazia per le informazioni più complete ricevute, e pone l’attenzione su alcune affermazioni quelle sul fatto che Porto Marghera con il solo cracking non è funzionale e che dall’accordo del 98 non è cambiato niente.

BETTIN sottolinea il fatto che alla base delle questioni economiche e di produzioni si sta parlando di questioni vere che riguardano l’ambiente e la popolazione. Rispetto all’accordo del 98 si sono persi posti di lavoro e che le stesse preoccupazioni nei lavoratori per il possibile referendum hanno dato luogo a diverse iniziative come i blocchi del traffico. Ritiene che tutta la storia di Marghera è stata una questione di costi per le imprese che non hanno mai voluto impegnarsi seriamente ed attuando solo interessi economici. Auspica che si possa iniziare un nuovo percorso pensando alla Marghera del futuro, ritenendo giusto avere il parere della città in merito al referendum che è solo di carattere consultivo.

Alle ore 13.55 entra il consigliere Franco Conte

BONZIO pone l’attenzione al fatto che la questione referendaria è il culmine di un’aspettativa che si sperava di evitare con gli accordi di programma del passato, ma che invece non sono mai stati pienamente attuati. In merito alla planimetria mostrata dal consigliere Filippini evidenzia il fatto che non mostra la densità di popolazione vicina agli stabilimenti, rispetto alla situazione di Marghera con i suoi circa 35.000 abitanti. Sottolinea il fatto che in base alle indagini epidemiologiche nella zona in considerazione c’è la più alta incidenza rispetto al territorio Veneto. Considera che la questione della chimica ha risvolti collegati all’occupazione e all’economia, e chiede se è possibile poter valutare le conseguenze, nella peggiore delle ipotesi, se si verificasse un incidente chimico.

Alle ore 14.00 escono i consiglieri Franco Conte e Patrizio Berengo, ed entrano i consiglieri Fabio Muscardin e Saverio Centenaro.

FIORE ricorda che era tra i promotori dell’accordo del 98 e condivide che certe aspettative non si sono realizzate. Sulle bonifiche, afferma che le stesse imprese a causa della notevole normativa in materia non sono state in grado di attuarle, quando invece era meglio porle in carico alla gestione degli enti locali presenti nel territorio. Dal cracking dipende buona parte della produzione chimica della Pianura Padana, con la conseguenza che sarebbe ben difficile realizzare la chimica fine. Con l’eventuale chiusura del ciclo del cloro, i costi dei servizi e dei terreni aumenterebbero e nessuna impresa verrebbe ad insediarsi senza avere una certezza sui problemi legati alle bonifiche e alle riconversioni delle aree.

CANDIELLO risponde che in riferimento alle analisi epidemiologiche si sta aspettando l’esito dei nuovi controlli attuati in materia della salute. Ricorda che la storia della Germania è diversa da quella Italiana, e che tale nazione ha sempre avuto una grande propensione per l’industria chimica di base.

VIANELLO aggiunge che sui 19 siti a livello Europeo che utilizzano il fosgene come prodotto intermedio, circa la metà è già stato chiuso. Pone gli esempi delle produzioni di base della ex DDR e del nuovo mercato di sbocco per i prodotti rappresentati dalla Cina. Su Porto Marghera suggerisce la possibilità di riconversione delle attuali produzioni in altre più compatibili con l’ambiente e i cittadini. Sottolinea che il rischio chimico è sempre presente dato che in certi casi non ci sono nemmeno le risorse per la manutenzione efficace degli impianti.

CANDIELLO sul tema delle bonifiche, afferma che è un dovere per le generazioni future attuarle nel migliore modo possibile e nei tempi più veloci. Ricorda che bisogna fare un confronto con i cittadini su questioni di così grande importanza, con l’ausilio del referendum consultivo.

KOCH afferma che in un laboratorio chimico sarebbe in grado di produrre TDI senza l’utilizzo del fosgene, anche se dalla produzione in laboratorio a quella su vasta scala industriale ci sarebbe un problema di costi per le aziende che non vogliono sostenere. Suggerisce la lettura di due libri che trattano delle problematiche della laguna: Laguna Ferita e Atlante della Laguna.

CASSON ritiene utile poter esaminare, l’eventuale impatto sotto il punto di vista dei costi, della produzione di TDI senza l’utilizzo del fosgene, in modo da poter approfondire la questione in attesa del parere della Prefettura e chiede di poter avere una nota scritta.

FILIPPINI aggiunge che per quanto riguarda il TDI, e la ricerca realizzata a Porto Marghera prevista dall’accordo di programma, è possibile produrre TDI senza l’utilizzo del fosgene attraverso il dimetilcarbonato con una resa pari a circa il 70%. A livello di produzione di scala un tale rendimento degli impianti per le imprese non è economicamente conveniente.

CHINELLATO propone di continuare l’approfondimento della questione con uno studio sulla possibilità di produzione del TDI senza il fosgene con l’ausilio del Comitato Promotore del Referendum e dell’Osservatorio per il settore Chimico ai quali, secondo le indicazioni dei consiglieri, chiede una nota scritta. Anticipa che la prossima riunione si svolgerà a Mestre anche con la presenza dei sindacati di categoria.

FILIPPINI aggiunge che si potrebbe anche valutare lo stato di attuazione del nuovo accordo su Porto Marghera da poco sottoscritto dagli enti locali.

CHINELLATO condivide la richiesta del consigliere Filippini, con un passaggio politico invitando anche gli Assessori competenti per le migliori delucidazioni in materia.

Alle ore 14.30, il Presidente della IX Commissione Consiliare, Giorgio Chinellato, in assenza di altre richieste d’intervento ed esaurito l’ordine del giorno dichiara chiusa la seduta.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 08-03-2006 ore 00:00
Ultima modifica 08-03-2006 ore 00:00
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