Seduta del 11-09-2009 ore 09:00
Consiglieri componenti la Commissione: Sebastiano Bonzio, Claudio Borghello, Giuseppe Caccia, Cesare Campa, Giampietro Capogrosso, Felice Casson, Antonio Cavaliere, Saverio Centenaro, Franco Conte, Paolino D'Anna, Anna Gandini, Giacomo Guzzo, Valerio Lastrucci, Alessandro Maggioni, Alberto Mazzonetto, Maria Paola Miatello Petrovich, Jacopo Molina, Ezio Oliboni, Vittorio Pepe, Giorgio Reato, Raffaele Speranzon, Silvia Spignesi, Fabio Toffanin, Giuseppe Toso, Diego Turchetto, Fabiano Turetta, Roberto Turetta
Consiglieri presenti: Sebastiano Bonzio, Claudio Borghello, Franco Conte, Anna Gandini, Giacomo Guzzo, Alessandro Maggioni, Alberto Mazzonetto, Maria Paola Miatello Petrovich, Jacopo Molina, Ezio Oliboni, Giorgio Reato, Fabio Toffanin, Giuseppe Toso, Bruno Lazzaro (sostituisce Felice Casson), Carlo Pagan (sostituisce Vittorio Pepe), Alfonso Saetta (sostituisce Paolino D'Anna)
Altri presenti: Assessore Sandro Simionato, Direttore Luigi Gislon
Ordine del giorno della seduta
Alle ore 9.15, la Presidente della III Commissione Consiliare Maria Paola Miatello, constatata la presenza del numero legale dichiara aperta la seduta, e legge la sua relazione ad oggetto “ Breve contributo sull’articolato relativo alla costituzione del fondo regionale sulla non- autosufficienza”.
La costituzione di un fondo per la non- autosufficienza è uno sforzo di solidarietà altamente apprezzabile sempre che vada a migliorare la situazione attuale. Tuttavia l’articolato licenziato dalla commissione regionale e la premessa che ne costituisce la filosofia, hanno dato luogo a molte perplessità, incertezze e anche allarmi da chi si è sentito misconosciuto o intaccato nei suoi diritti.
Vorrei indicare i principali nodi senza pretesa di essere esaustiva chiedendo alla commissione e ai suoi membri di farsi carico di tali preoccupazioni chiarendo gli intendimenti veri o scegliendo una via di costituzione del fondo meno complessa
A)
Il fondo sembra essere costituito guardando soltanto alla non autosufficienza degli anziani anche senza alcuna problematizzazione delle attuali forme di assistenza (autoaiuto, residenze protette) anzi codificando l’esistente. Lo dimostrerebbero
la relazione introduttiva dove si analizzano soltanto i dati relativi agli anziani, anche con una angolatura di drammaticità non del tutto condivisibile;
art. 4: la lista delle prestazioni del fondo dove manca l’elencazione di una serie di servizi già erogati dalla regione per non – autosufficienti minori e giovani ( es. la 162 – vita indipendente). Inoltre non si parla mai di comunità, ma sempre di centri di servizi residenziali propri degli anziani
B)
Non emerge in modo il rapporto con l’Ente locale,
né in termini di competenze – visto che leggi nazionali le stabiliscono e nessuna legge regionale le può avocare a se;
né in termini di partecipazione contributiva al Fondo avendo l’ente locale una sua autonomia di scelte e di politiche ( l’articolato li individua partecipi del fondo senza prevedere come);
né in termini di gestione avendo l’ente locale elaborato una sua cultura e conoscenza della realtà locale ( tutto demandato alle ULSS)
C)
Così come non è chiaro che cosa possa succedere degli assegni di cura e delle pensioni di invalidità in capo ai singoli ed emessi dall’INPS.
Finora sono serviti, in caso di residenzialità presso strutture accreditate, a coprire la quota alberghiera di spettanza del comune o del singolo mentre nell’articolato si adombra la possibilità che essi vengano trattenuti a copertura di altri servizi anche domiciliari all’interno di una quota complessiva massima erogabile per ciascun soggetto di cui non si conosce né l’entità né la durata visto che la giunta rivedrebbe annualmente tale massimo.
Nel primo caso si sentirebbero danneggiati i comuni, nel secondo le famiglie che si fanno carico del soggetto non auto – sufficiente.
Si fa notare che un assegno di cura di circa 400 Euro equivale ad appena 10 h di assistenza domiciliare e a 3,5 gg di residenzialità
D)
All’inizio si parla di universalità dell’assistenza mentre poi la si attribuisce soltanto a chi è nato in veneto o è residente da 5 anni ( il che significa che basta nascere in un ospedale veneto per avere poi diritto a tutte le assistenze anche se si è trascorso tutta la vita in Sicilia o a New York senza mai pagare alcuna contribuzione in Veneto, e che chi si trasferisce nella nostra regione debba aspettare ben 5 anni prima di avere diritto a qualsiasi assistenza. Non parlo di chi vive in questa regione e non potrà mai ottenere la residenza pur pagando tasse e contributi). Questa è una scelta che non fa parte né della nostra tradizione né della dichiarazione dei diritti dell’uomo che noi abbiamo contribuito a costruire; ma anche non volessimo considerare i diritti da sempre riconosciuti in questa regione, emergono evidenti le contraddizioni fattuali di una tale scelta
Chiedo suggerendo umilmente che se davvero si vuole istituire un fondo per la non autosufficienza bastano tre/quattro articoli senza mettere in discussione una legislazione complessa e che ci fa onore. Semmai susseguentemente si possono apporre ottimizzazioni e riequilibri
1. si istituisce un fondo per la non autosufficienza;
2. è costituito da contributi statali e regionali, quota regionale IRPEF, da contribuzioni pubbliche e private quali fondazioni bancarie, donazioni;
3. i criteri di spesa, su proposta di giunta, verranno approvati dal Consiglio regionale in sede di bilancio con valenza triennale usando lo stesso criterio dei lavori pubblici
Ricorda che anche la Consulta per la Tutela della salute ha presentato un documento sul tema della non autosufficienza. Quindi da la parola all’Assessore Simionato
SIMIONATO propone alla Commissione di redigere un unico documento in materia e poi depositarlo in Consiglio Regionale
TOSO evidenzia che l’accompagnatoria è diventata un sostegno al reddito. La percentuale di disabili che lavorano è del 20% perciò sono molte le persone a cui serve un tale aiuto. Nel momento poi in cui avviene una riduzione dei servizi assistenziali il cittadino non ha neppure la possibilità del contraddittorio
SIMIONATO fa notare che nel progetto di legge regionale sulla non autosufficienza non è prevista la mediazione dell’Ente Locale
MIATELLO evidenzia che in tale legge si parla solo di materia socio – sanitaria. Trova che il documento sia equivoco e contraddittorio
SIMIONATO conferma che nel progetto di legge regionale manca una puntuale dizione sull’assegno di accompagnamento. Propone che in sede di audizione in Regione la Presidente preannunci che verrà inviato al Consiglio Regionale un ordine del giorno del Consiglio Comunale. Tale atto deve avere una premessa politica forte e un’analisi degli elementi
Alle ore 9.40 la Presidente sospende la seduta della Commissione per il trasferimento in Regione, dove la Commissione è stata invitata all’incontro con la V Commissione Consiliare in merito al tema del Fondo regionale per la non autosufficienza . All’incontro sono stati invitati anche altri Enti e Associazioni.
Alle ore 10.40, presso la sede del Consiglio Regionale, la Presidente constatata la presenza del numero legale dichiara nuovamente aperta la seduta. Sono presenti i Consiglieri Giacomo Guzzo, Ezio Oliboni, Fabio Toffanin, Giuseppe Toso, Claudio Borghello, Sebastiano Bonzio, Anna Gandini, Franco Conte
STEFANO VALDEGAMBERI ( Assessore Regionale alle Politiche Sociali) spiega che è stato predisposto un testo definitivo, licenziato dalla V Commissione Consiliare, relativo l’istituzione del fondo regionale per la non autosufficienza. Il presupposto del fondo è creare un progetto particolare per ogni cittadino non più autosufficiente. Il fabbisogno di risorse è in aumento e c’è necessità di elementi standardizzati. Alla Regione Veneto nel prossimo anno verranno a mancare 30 milioni di Euro, così bisogna ridurre servizi e prestazioni. Forse è prevista un’addizionale sull’IRPEF per recuperare dei fondi
MIATELLO informa che come Commissione Consiliare del Comune di Venezia sono state raccolte dal territorio molte preoccupazioni. Avere un fondo per la non autosufficienza è un forte obiettivo, ma non deve creare problemi alle persone e agli Enti locali. Quindi illustra la sua relazione
Alle ore 11.30 la Presidente dichiara chiusa la seduta
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