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Liga Veneta - Lega Nord Padania - Mozione nr. d'ordine 695

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nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente data protocollo
695 13 23/01/2007 Alberto Mazzonetto
 
23/01/2007

 

 

Venezia, 23 gennaio 2007
nr. ordine 695
n p.g. 13
 

Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale


e per conoscenza

Ai Presidenti delle Municipalità

 

Oggetto: ORDINE DEL GIORNO SUL PROTOCOLLO DI INTESA SU PORTO MARGHERA

 

ORDINE DEL GIORNO SUL PROTOCOLLO DI INTESA SU PORTO MARGHERA

PREMESSO:


- Il protocollo d’Intesa su Porto Marghera preoccupa seriamente soprattutto per i posti di lavoro, nonostante l’accordo non c’è alcuna seria garanzia che reggeranno gli attuali livelli occupazionali nel settore della chimica, e questo il sindacato lo sa.. Evidente è l’incapacità del sindacato di guardare con più attenzione ai modelli di sviluppo alternativi, ed il suo arroccarsi sulla difesa dell’esistente gli impedisce di sostenere davvero i lavoratori non solo ma di fatto gli impedisce di formulare serie strategie occupazionali per il futuro

- che nonostante i “mea culpa” recitati dal sindacato in occasione del processo Enichem, la situazione ambientale è quella precedente al processo, le strategie sindacali, oggi come allora non sono mutate, attente solo a perpetuare la propria sopravvivenza ed incapaci di contrattare soluzioni occupazionali e modelli di sviluppo alternativi


- che il tempo sta dimostrando quanto fosse aleatorio e fasullo il tanto sbandierato “Accordo per la Chimica” e la sua inefficacia rispetto ai problemi della bonifica e della compatibilità ambientale e l’attuale Protocollo di Intesa su Porto Marghera non è da meno. Quello che non è possibile accettare ora è una riedizione del vecchio patto per la chimica, pensato secondo la vecchia e lobbistica logica della dismissione graduale, a guidare un nuovo patto dovranno essere sì le bonifiche ma nella logica di una rapida dismissione e delocalizzazione del ciclo del cloro.


- Non reggono e non sono credibili la logica aziendale di Eni che cede a Marghera, parte dei suoi impianti ritenendo i relativi settori non strategici ed economicamente non redditizi, per poi reinvestire in questi giorni su pressione della giunta comunale di Venezia, della provincia e del sindacato, ricredendosi rispetto alle strategie che solo pochi anni fa venivano ad essere considerate fallimentari, è ritornata col governo della sinistra la logica dei carrozzoni di regime tipo IRI tanto congeniali alla prima Repubblica

- Non è concesso a nessuno di fare l’ingenuo, sindacati e politici: comune, provincia e regione oggi in inutile passerella,fra cinque anni pilatescamente si chiameranno fuori se come è quantomai probabile più di qualche azienda legata al ciclo del cloro chiuderà smontando e trasferendo gli impianti rammodernati col denaro sprecato col protocollo di intesa, in Germania od in Cina
.
- Il deficit dell’attuale classe di governo in comune, come in provincia, come a Roma non è solo politico ma anche strategico tanto che i piani di sviluppo approntati sia a livello urbanistico, che socio economico, dalle varie amministrazioni Comunale e Provinciale non hanno tenuto conto della salvaguardia ambientale e dei modelli di sviluppo alternativi e congeniali a Marghera primo fra tutti, il turismo, il terziario avanzato, la logistica, tutti obiettivi che prima nel patto per la chimica ed ora nell’ultimo Protocollo di Intesa per Marghera fanno parte di fatto del libro dei sogni, perché l’unico obiettivo sembra rimanere il perpetuarsi del ciclo del cloro a Marghera
sindacato e politica si sono arresi, scegliendo gattopardescamente che nulla cambi per altri trent’anni, ossia la logica della chimica pericolosa a Marghera, in cambio di una manciata di consensi elettorali.



- la concertazione i gruppi di lavoro, l’osservatorio sulla chimica, gli osservatori sui problemi occupazional, l’allineamento istituzionale i sembrano le parole chiave dietro alle quali si nasconde il vuoto programmatorio e l’abbandono totale dei problemi occupazionali;

RILEVATO CHE

- Appare fin troppo evidente l’impossibilità del “rischio zero” nel quadro di una coabitazione tra la popolazione urbana e i complessi industriali petrolchimici. Sappiamo tutti di essere seduti su una polveriera,
- Non è catastrofismo, ma realismo richiamarsi alla catastrofe di Tolosa ed al disastro di Bhopal come deterrente e stimolo soprattutto per una revisione culturale e politica a favore della priorità di un nuovo modello di sviluppo che privilegi la tutela ambientale e la salute dei cittadini.
.

TUTTO CIÒ PREMESSO E RILEVATO IL CONSIGLIO IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA DEL COMUNE DI VENEZIA A:

1) Attivarsi per far rivedere il Protocollo di Intesa su Marghera per rispettare la volontà della maggior parte dei cittadini che non vuole il ciclo del cloro a Marghera

2) Rivedere il progetto della nuova centrale

3) Rivedere il bilanciamento delle produzioni CVM-PVC

4) Attivarsi per accelerare un ripensamento urbanistico complessivo che preveda la delocalizzazione della chimica pesante, un vero e radicale impegno per le bonifiche ;

3) avviare tra Governo, Regione Veneto, sindacati ed Enti interessati un dialogo che abbia come finalità un coraggioso e reale ripensamento di Porto Marghera in termini di bonifica ambientale e di investimenti in modelli di sviluppo alternativi dalla logistica alla portualità commerciale e turistica , al turismo e non da ultimo al terziario avanzato;

4) Programmare la verifica dello stato delle manutenzioni

 

Alberto Mazzonetto

 
  1. Alberto Mazzonetto
  2. Archivio atti
 
Pubblicata il 23-01-2007 ore 00:00
Ultima modifica 23-01-2007
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