nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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1818 | 86 | 24/09/2009 | Sebastiano Bonzio Claudio Borghello Giuseppe Caccia Felice Casson Giacomo Guzzo Valerio Lastrucci |
29/09/2009 |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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esito | 29-09-2009 | Leggi |
Venezia, 24 settembre 2009
nr. ordine 1818
n p.g. 86
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale
Oggetto: L’Italia pervenga ad una strategia di uscita dall’Afghanistan in tempi rapidi.
Premesso che
La notizia degli ultimi sei militari uccisi da un'autobomba, a Kabul, ha riportato nel cuore degli italiani un sentimento di dolore per le nuove morti e di cordoglio verso i famigliari dei caduti, ma ha anche riacceso il dissenso verso il perdurare dell'impegno italiano in una missione che dimostra costantemente la sua natura militare e il fallimento dei sui obbiettivi.
La “missione di pace” in Afghanistan è stata fortemente voluta nel 2001 dall'amministrazione americana dell'allora presidente George W. Bush, dopo l'attentato alle torre gemelli di New York dell'11 settembre 2001, contro il parere delle Nazioni Unite.
Scopo ufficiale della guerra: debellare il regime talebano e, con questo, le radici del terrorismo internazionale, nonché portare diritti umani e democrazia in Afghanistan.
A quasi otto anni dall’inizio dell'operazione militare a guida americana, è del tutto evidente l'assenza di processi democratici consolidati nel paese.
Tale insuccesso non è senza costi. Infatti, ad oggi, tra i militari occidentali si contano 1.284 caduti e 11mila vittime afgane “ufficiali” di cui spesso ci si dimentica, nello stesso attentato di Kabul sono morti 20 civili.
Secondo una stima pubblicata dall'agenzia Associated Press, nei primi mesi del 2007 i morti civili afghani erano oltre 5mila. Uomini, donne e bambini, spesso vittime anch'essi degli attacchi terroristici dei Talebani, o dei kamikaze imbottiti di esplosivo. Molti muoiono a causa delle mine, degli scontri a fuoco o dei raid aerei dell'aviazione militare degli alleati. Da un rapporto stilato da Peacereporter i morti civili, dall'invasione americana iniziata nel 2001, potrebbero ammontare addirittura a 11 mila. Di questi almeno 7-8 mila sarebbero stati uccisi dalle incursioni militari della Nato. Solo nei primi mesi del 2009, si sono registrate 700 vittime, tanto che l'anno in corso è ritenuto uno dei peggiori.
Emergency ha confermato che contare i morti in questo paese martoriato dalla guerra è diventato ormai impossibile. Tra l'altro, gli afghani sono curati molto peggio rispetto a tutti gli altri paesi per mancanza di strutture adeguate.
L'Italia ha speso finora solo 40 milioni di euro per la ricostruzione dell'Afghanistan, mentre il costo annuo della missione supera ampiamente il mezzo miliardo di euro.
Considerato che
è cambiata la strategia, per ammissione dell'attuale presidente degli Stati Uniti che così si è espresso ieri all'Assemblea delle Nazioni Unite: “La democrazia non può essere imposta dall'esterno. Ogni società deve trovare la sua strada e nessuna strada è perfetta.“
Le nuove prospettive di dialogo internazionale proposte dall'Amministrazione Obama e la valutazione degli esiti delle “missioni di pace” fanno nascere a livello politico e nell'opinione pubblica legittime aspettative per la definizione di una strategia di uscita dalla guerra in Afghanistan che riporti in tempi brevi i militari in Italia, pur impegnandosi nella ricostruzione democratica del paese.
Tutto ciò premesso e considerato,
IL CONSIGLIO COMUNALE
Invita il Sindaco a farsi interprete presso il Presidente del Consiglio del sentimento di dolore per i militari caduti a Kabul e di vicinanza alle loro famiglie, esprimendo al contempo il pressante invito affinché si pervenga ad una strategia di uscita in tempi certi dell'Italia dalla missione in Afghanistan e si promuova in sua vece una conferenza di pace che conduca all’individuazione di un percorso, basato sulla cooperazione e il dialogo, per la ricostruzione dell'Afghanistan.
Sebastiano Bonzio
Claudio Borghello
Giuseppe Caccia
Felice Casson
Giacomo Guzzo
Valerio Lastrucci
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