nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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1160 | 212 | 30/10/2007 | Bruno Filippini Maria Paola Miatello Petrovich |
31/10/2007 |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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esito | 13-11-2007 | Leggi |
Venezia, 30 ottobre 2007
nr. ordine 1160
n p.g. 212
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale
Oggetto: Protocollo di Intesa su Porto Marghera
Il Protocollo di Intesa su Porto Marghera, firmato il 14 dicembre 2006, aveva aperto una nuova fase della discussione e consentito di guardare con una certa fiducia al futuro, pur nella situazione di tensione e preoccupazione creata dalla chiusura dello stabilimento DOW nell’agosto precedente.
Il Protocollo era stato reso possibile in primo luogo, dall’allineamento istituzionale fra Regione, Provincia, Comune, che metteva le basi per il rinnovamento profondo del settore dell’industria chimica nel quadro di una significativa diversificazione delle attività industriali e economiche a Porto Marghera, resa possibile dalla disponibilità di vaste aree in corso di bonifica.
Il Protocollo arrivava a ben otto anni dall’Accordo di Programma sulla Chimica a Porto Marghera: se la parte relativa all’ambiente e alla sicurezza degli impianti chimici dell’Accordo ha trovato una quasi completa realizzazione da parte delle Amministrazioni Pubbliche e delle Imprese, che hanno investito circa 600 milioni di euro nel frattempo, la parte relativa agli investimenti di rinnovamento e riqualificazione industriale non è stata realizzata per varie ragioni. In primo luogo le autorizzazioni necessarie a effettuare gli investimenti sono state bloccate con varie motivazioni per anni, in secondo luogo la decisione di ENI di uscire dal settore chimico ha creato molte incertezze e paralisi nelle azioni delle varie aziende.
Il Protocollo doveva servire innanzitutto a ricomporre in un quadro unitario le varie esigenze che avevano fino ad allora bloccato i processi decisionali e l’attuazione dell’Accordo di Programma sulla Chimica; la condizione fondamentale del successo di quell’accordo era la rapida concessione delle autorizzazioni rimaste in sospeso relativamente alla membranizzazione dell’impianto cloro-soda e al bilanciamento degli impianti INEOS. Ora, solo la prima autorizzazione è arrivata, mentre la seconda rimane bloccata al Ministero dell’Ambiente, dopo ben sette anni di attesa.
Inoltre va mantenuta la destinazione industriale dell’area di Porto Marghera.
Le imprese che operano a Porto Marghera si muovono in un quadro economico internazionale che cambia rapidamente e quindi hanno bisogno di certezze per programmare la loro attività: il segnale positivo del Protocollo del dicembre scorso è già in parte stato annullato dalla mancata concessione delle autorizzazioni per cui nel Protocollo si prevedevano tempi brevi.
In questo quadro le crisi di SOLVAY e di MONTEFIBRE, che hanno una origine comune nell’accentuazione della concorrenza da parte della Cina, rischiano di essere gestite con difficoltà, se non con esito catastrofico. Infatti le due aziende mancano del quadro di certezze che in primo luogo non darebbe loro alibi per decisioni improvvisate di chiusura, e in secondo luogo potrebbe consentire lo sviluppo di progetti industriali volti ad aumentare la loro competitività e quindi a consentirne lo sviluppo nell’area di Porto Marghera.
SI CHIEDE AL SINDACO E ALLA GIUNTA
di attivarsì affinché:
- i permessi mancanti per avviare i progetti industriali concordati nel Protocollo siano rapidamente rilasciati;
- ENI mantenga i suoi impegni nel settore dell’industria chimica e petrolchimica in modo da realizzare anche sul piano dei servizi industriali quel quadro di certezze che consenta alle imprese di operare.
In questo modo diventa possibile evitare il collasso economico e industriale dell’area industriale, che avrebbe pesanti implicazioni sociali e dopo il quale è certo che niente si potrà costruire. Il futuro di Porto Marghera, può attuarsi solo se si evitano crisi drammatiche e si rinnova la struttura industriale.
Bruno Filippini
Maria Paola Miatello Petrovich
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