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Rifondazione Comunista - Sinistra Europea - Interpellanza nr. d'ordine 494

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nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente assessore competente data protocollo data scadenza tipo risposta
494 67 18/08/2006 Sebastiano Bonzio
 
Assessore
Pierantonio Belcaro
 
e p. c.
Al Presidente della X Commissione
21/08/2006 20/09/2006 in Commissione

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
risposta12-09-2006Leggi

 

Venezia, 18 agosto 2006
nr. ordine 494
n p.g. 67
 

All'Assessore Pierantonio Belcaro

e per conoscenza

Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Presidente della X Commissione
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale

 

Oggetto: Piano Energetico Comunale: come ha operato l'amministrazione Cacciari per attuare e aggiornare questo importante strumento previsto dalla Legge 10/91?

Tipo di risposta richiesta: in Commissione

 

Premesso

Che l’Amministrazione comunale, essendo Venezia città emblematica per il rischio di sommersione quale effetto legato al cambiamento climatico, è da tempo protagonista nelle iniziative per la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra e per il perseguimento degli obiettivi indicati dal Protocollo di Kyoto tra le quali spiccano:

• la promozione di una campagna, cui hanno aderito oltre 500 città costiere di tutto il mondo, per sollecitare la sottoscrizione del protocollo di Kyoto da parte degli USA e per la riduzione delle emissioni del 20%, rispetto al 1990, da attuarsi tra il 2005 e il 2010;
• l’adesione a reti di città, nazionali ed europee, che si occupano della protezione del clima, quali Alleanza per il clima, Kyoto club ed Energie cités;
• la sottoscrizione degli Aalborg Committments, presentati nell’ambito della 4°Conferenza europea sulle città sostenibili, che prevedono di ridurre il consumo di energia primaria e incrementare la quota delle energie rinnovabili e pulite, di adottare e incentivare un uso prudente delle risorse, incoraggiando un consumo e una produzione sostenibili, di evitare i consumi superflui nonché di migliorare l’efficienza energetica.

Considerato

Che il Comune di Venezia, in attuazione della Legge 10/91, ha redatto il Piano Energetico Comunale (PEC), adottato con delibera del Consiglio comunale n°151, del 6/7 ottobre 2003, e aggiornato nelle schede di azione (cap.10) con DGC n°29 del 28/1/2005;

Che nel PEC, a partire dall’analisi del sistema energetico della città, sono stati prefigurati:
• gli scenari di evoluzione futura, tendenziali e potenziali, prendendo come orizzonte temporale indicativo il 2010 per i settori civile, produttivo e dei trasporti
• le relative linee guida di interventi per la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra, che si basano sul principio delle migliori tecniche e tecnologie disponibili;

Che lo scenario che è stato scelto come obiettivo prevede una riduzione dei consumi finali e delle emissioni associate di quasi il 10% rispetto allo scenario tendenziale.

Che al fine di dare operatività al PEC, a fianco del documento strategico di analisi e scenario, è stato redatto un “Piano di Azione”, composto da 29 schede progetto (arrivate a 41 con il successivo aggiornamento), che specifica, su un arco temporale breve (due anni), quali saranno le iniziative concretamente avviate e chi ne sarà responsabile;

Che parallelamente, partendo dal presupposto che un’efficace politica di pianificazione energetica non può essere portata avanti dal solo Comune di Venezia, sono stati coinvolti i principali soggetti produttori e consumatori di energia della comunità locale, con i quali si sono condivisi gli obiettivi strategici di lunga durata e alcuni obiettivi operativi ed impegni reciproci da attuarsi secondo formule cooperative;

Che i forum avviati hanno condotto alla stipula di 6 protocolli di intesa ai quali si sarebbe dovuto dare attuazione attivando specifici tavoli tecnici, per i vari settori di competenza, per giungere alla definizione di nuovi progetti e iniziative coerenti con gli obiettivi di risparmio energetico e promozione delle fonti rinnovabili del PEC, da inserire poi quali nuove schede di azione;

Che, ad oggi, il solo tavolo attivato è quello sulla bioedilizia.

Considerato altresì

Che la caratteristica peculiare del PEC di Venezia è quella di essere stato concepito come piano-processo partecipato, con una procedura flessibile di aggiornamento per permetterne l’implementazione nel corso degli anni tramite il perfezionamento e l’aggiunta di nuovi progetti specifici, contestualmente alla concretizzazione di quelli già pianificati, in funzione delle nuove esigenze della città e dell’utilizzo di nuove tecnologie;

Che, quali strumenti operativi del PEC, il Comune di Venezia ha dato vita ad AGIRE – Agenzia veneziana per l’energia (con finanziamento europeo nell’ambito del programma SAVE II, in scadenza a dicembre 2006) con lo scopo di elaborare, promuovere e realizzare le buone pratiche e le azioni necessarie a raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica interni ed esterni alle amministrazioni pubbliche che ne fanno parte;

Che, contestualmente, i progetti e i programmi comunali di razionalizzazione dell’uso dell’energia sono stati affidati alla nuova figura dell’Energy manager comunale, istituito con atto di indirizzo di Giunta n°43 del 1977/2002.

Considerato inoltre

Che nel nuovo contesto di mercato “liberalizzato”, esistono le condizioni affinché gli stessi operatori energetici investano per realizzare interventi di risparmio energetico presso gli utenti finali, o per interventi di produzione energetica da fonti rinnovabili;

Che la delibera di approvazione del PEC di Venezia, richiama il ruolo degli operatori energetici nel settore delle fonti rinnovabili e del risparmio, citando gli impegni di produzione di una quota di energia da fonte rinnovabile a cui sono sottoposti i produttori di energia elettrica (DM 11 novembre 1999) come pure gli obiettivi di risparmio da parte dei distributori di energia elettrica e di gas naturale (DM 24 aprile 2001 e DM 20 luglio 2004);

Che, proprio alla luce dei decreti su richiamati, la precedente Amministrazione comunale aveva coinvolto attivamente ENEL distribuzione e ITALGAS distribuzione nel processo di definizione del PEC;

Che questi decreti creano l’obbligo, per i distributori di elettricità e di gas naturale, di raggiungere definiti obiettivi annuali di incremento di efficienza e di risparmio energetico, imposti dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, tramite la realizzazione di interventi presso gli utenti finali;

Che gli interventi realizzati vengono sottoposti all’Autorità che ne valuta e certifica i risparmi energetici conseguiti e autorizza successivamente il Gestore del mercato elettrico (GME) ad emettere i cosiddetti “titoli di efficienza energetica” in quantità pari ai risparmi certificati;

Che i distributori possono intervenire direttamente, tramite società controllate o possono acquistare titoli di efficienza energetica da ESCO che abbiano effettuato interventi fra quelli ammessi dai Decreti stessi;

Che questo meccanismo offre la possibilità ad un cliente consumatore finale di ottenere un contributo dalle società di distribuzione o dalle E.S.Co., in cambio del diritto all’emissione nei loro confronti da parte dell’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas di titoli di efficienza sui risparmi energetici ottenuti.

Considerato infine

Che i Comuni possono prendere parte al gioco in vari modi:
• come utenti, accordandosi con i distributori locali di gas ed elettricità o con una ESCO per realizzare interventi di miglioramento degli impianti dei propri edifici a condizioni vantaggiose, nel rispetto della Legge 10/91 e dei suoi regolamenti attuativi;
• operando un ruolo di raccordo fra la popolazione residente sul territorio ed i distributori, affinché possano essere incentivati gli interventi presso tale tipologia di utenza;
• costituendo società partecipate che operino come ESCO, in compartecipazione eventualmente con associazioni di categoria e/o distributori.

Tutto ciò premesso e considerato, si interpella ‘Assessore all’Ambiente per conoscere:

1. se si è proceduto all’attuazione di quanto previsto dal Piano energetico comunale, in particolare delle 41 schede progetto del Piano di Azione, di cui si richiede l’illustrazione dettagliata dello stato di avanzamento;
2. se si è proceduto all’aggiornamento del PEC, in particolare del cap. 10 Schede di azione, con scadenza biennale, tramite l’approvazione con specifica Delibera di Giunta di eventuali nuove schede di azione (cap. 10);
3. se si è proceduto, o se si intende farlo e con che tempi, ad attivare tutti i protocolli di intesa (descritti nel cap.9) con l’avvio di specifici tavoli tecnici e quale è stato l’esito dei lavori; inoltre se si intende riattivare i tavoli con quei soggetti inizialmente coinvolti ma con i quali non si era giunti a stipulare il protocollo di intesa; infine se si intendono attivare nuovi partenariati con i soggetti economici e sociali interessati;
4. se si intende trasformare AGIRE in una Energy Service Company, anche al fine di potere accedere ai certificati bianchi, e con quali tempi;
5. in alternativa, se l’Amministrazione comunale intende attivarsi, come già stanno facendo numerosi enti locali italiani, per accedere al meccanismo dei certificati bianchi tramite i distributori o altre ESCO già costituite, al fine di dare concreta attuazione al Piano energetico comunale;
6. Se si intende fare proseguire le attività di AGIRE, allo scadere del finanziamento SAVE a dicembre 2006, al di là dell’attività del controllo impianti termici, e con quali finanziamenti;
7. Se è stato rinnovato l’incarico all’Energy manager, previsto dalla L.10/91, e quali sono i suoi obiettivi annuali per la diffusione delle fonti rinnovabili e la riduzione dei consumi energetici, anche in attuazione di quanto previsto dalla Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia, approvata con delibera CIPE n° n.57/2002 sulla riduzione dei consumi energetici all’interno delle amministrazioni pubbliche;
8.Se si intende:
- integrare gli obiettivi di sostenibilità energetica all’interno di altri strumenti di programmazione o regolamentazione di cui l’Amministrazione Comunale già dispone (ad esempio nelle norme autorizzative di attività produttive, nel piano urbano di mobilità, nei criteri di attribuzione dei contributi di legge speciale per la casa, nelle norme per gli acquisti verdi della pubblica amministrazione, nei criteri di selezione negli appalti e nelle concessioni, ecc.);
- adottare strumenti di semplificazione amministrativa atti a facilitare lo sviluppo degli interventi di sostenibilità energetica;
- avviare procedure volontarie finalizzate alla riduzione degli sprechi energetici (certificazione energetica degli edifici, procedure EMAS all’interno dell’Amministrazione, ecc.);
- nonché considerare tutti quegli elementi che utilizzino il fattore energia come indicatore di qualità nelle scelte strategiche di sviluppo territoriale ed urbanistico.

 

Sebastiano Bonzio

 
 
Pubblicata il 18-08-2006 ore 00:00
Ultima modifica 18-08-2006
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