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Risposta - Interrogazione nr. d'ordine 768

da Assessore Pierantonio Belcaro

Venezia, 27 marzo 2007
n p.g. ........
 

Al Consigliere comunale Alfonso Saetta


e per conoscenza

Al Presidente del Consiglio comunale
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale

 

Oggetto: risposta all'interrogazione nr. d'ordine 768 (Nr. di protocollo 49) inviata il 22-02-2007 con oggetto: Salviamo l’Orto Botanico ed un po’ di verde a Cannaregio !

 

Con riferimento all’interrogazione in oggetto, si comunica quanto segue:

1. L’area oggetto dell’interrogazione e nota come "Complesso ENEL di San Giobbe”, risultante attualmente in proprietà ENEL, è interessata da un progetto di recupero e riuso acquisito in atti anche dalla Direzione Ambiente e Sicurezza del territorio;

2. L’ambito, denominato “ex Orto botanico di San Giobbe”, ed avente come oggetto l’area compresa tra Calle della Cereria ed il Rio San Giobbe, è costituito da un tessuto edilizio sedimentato che ha visto il succedersi di varie trasformazioni urbanistiche:
· oratorio (dal XIII Sec.) e successivamente convento dei Reverendi Padri Minori Osservanti Francescani dei Santi Giobbe e Bernardino: nucleo insediativi di tipologie abitative che si sviluppano seguendo la conformazione del Sestiere e conformandosi all’interno delle isole allungate in direzione della Laguna, soppresso dal governo d’invasione francese;
· cereria: dalla seconda metà del XVII Secolo si inserisce all’interno anche una delle tante cererie, di proprietà del patrizio Venier (il toponimo è documentato dal 1729 e nel Catasto Napoleonico);
· orto botanico: le notizie sull’orto botanico veneziano ci vengono date dalle pubblicazioni del giardiniere bavarese Giuseppe M. Richinger "Cenni intorno all’orto botanico dell’I.R. Liceo Convitto di Venezia” e "Cenni storici  dell’Imp. Regio Orto Botanico in Venezia e catalogo delle piante in esso coltivate”. Dai suddetti lavori si apprende che, conseguentemente all’istituzione a Venezia del Liceo Convitto di Santa Caterina (decreto napoleonico 14.03.1807), il prof. Francesco Duprè (titolare della cattedra di botanica) chiede di creare "un Orto botanico scientifico per lo studio pratico” e nel 1810 ottiene l’area "di metri quadri 18.672, compresa la sede dei fabbricati… omissis … posto all’estrema parte nord-est di Venezia nel sestiere di Cannaregio”.  Dopo alterne vicende, che vedono avvicendarsi sia i governi occupanti (francesi prima e austriaci poi) che i reggenti sia le cattedre di botanica che l’orto (dal prof. Duprè, citato, al prof. Giuseppe Innocenti nel 1826 all’abate Francesco Zantedeschi nel 1840), l’orto botanico viene ad assumere una trasformazione concettuale della struttura delle sue collezioni diventando semplice luogo di produzione di piante vendute e noleggiate all’interno della città. Infatti, l’ultimo giardiniere, il citato Ruchinger, dal 1863 assume la gestione per altri 29 anni dell’I.R. Orto Botanico per avviarlo alla conduzione industriale
L’orto viene mantenuto in efficienza non più come supporto allo studio, in quanto "…le piante ad uso dello studio conservate nell’Orto di san Giobbe, si possono trovare anche per altre vie e nel modo più facile…” (Archivio Storico del Comune di Venezia, atti del 1860-1864), e l’affidamento in gestione esclusiva al suo giardiniere che, come si legge anche nella pubblicità delle pagine della Gazzetta di Venezia (n. 345 del 27.12.1868) si offre “…per qualunque lavoro di fiori … tanto nella vendita che nei noleggi.”
· fabbrica di siluri: l’area dell’orto botanico viene acquisita dalla società prussiana Berliner-Maschinensbauer Actien-Geselschaft Volmals L. Schawartzkopff  che nel 1887 vi colloca nuovi edifici adibiti alla costruzione di siluri e nel 1887 cancella gran parte dell’assetto vegetale dell’area. Le mappe del catasto austro-italiano (1867-1913) e delle ricognizioni topografiche  del volo del dirigibile del 1913 registrano già la presenza di nuovi edifici che vanno ad occupare parte della precedente area verde.
· Nel XX Secolo l’area passa in proprietà alla Società Italiana per l’Utilizzazione delle Forze Idrauliche del Veneto, alla Società Adriatica per l’Elettricità ed all’Ente Nazionale Energia Elettrica.

3. I competenti uffici della direzione ambiente e Sicurezza del territorio, nell’esame preliminare del "Progetto di recupero e riuso del complesso ENEL di San Giobbe” hanno potuto verificare lo  studio delle essenze arboree ed arbustive attualmente presenti nell’area in questione, ed in particolare i seguenti documenti:
· Analisi dendrocronologiche su alcuni esemplari arborei dell’ex Orto Botanico di San Giobbe (a cura del dott. agr. G. Claudio Corrazzin e del dott. for. Dino Calzavara);
· Schede di analisi della vegetazione - con analisi vegetazionale di 228 piante rilevate - ; Analisi storico evolutiva; Analisi della qualità del verde (a cura del dott. agr. G. Claudio Corrazzin);
Dall’esame degli studi sopra riportati, ed in particolare dall’analisi dendrocronologia effettuata sugli esemplari arborei più rilevanti (14 alberi significativamente "grandi”) appare che "6 esemplari … superano i 100 anni di età (la maggior parte è compresa fra i 125 ed i 140 anni), 5 esemplari … presentano un’età compresa fra i 60 e gli 80 anni, mentre due piante presentano età inferiori ai 50 anni…”.
Infine, si è potuto verificare che nel "Progetto di recupero e riuso del complesso ENEL di San Giobbe”, già citato, il verde attualmente presente verrà preservato ed ampliato. Nel contempo, nel progetto medesimo, viene assicurata la futura manutenzione del verde esistente e futuro a cura del committente e viene previsto il passaggio delle aree verdi al Comune di Venezia per uso pubblico senza alcun onere per questa Amministrazione.

 

Assessore Pierantonio Belcaro

 
 
A cura della segreteria dell'Assessorato
Pubblicazione: 27-03-2007 ore 00:00
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