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Liga Veneta - Lega Nord Padania - Mozione nr. d'ordine 723

Logo Liga Veneta - Lega Nord Padania Alberto Mazzonetto
nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente data protocollo
723 23 05/02/2007 Alberto Mazzonetto
 
06/02/2007

 

 

Venezia, 5 febbraio 2007
nr. ordine 723
n p.g. 23
 

Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale


e per conoscenza

Ai Presidenti delle Municipalità

 

Oggetto: EMERGENZA CASA NEL COMUNE DI VENEZIA

 

Premesso che:

i nostri giovani coppie e single, sono costretti all’esodo e a cercare casa e lavoro fuori del Comune di Venezia per gli alti costi del mercato immobiliare e non solo perché le occasioni di lavoro si collocano sempre di più fuori dal centro storico e fuori dal Comune di Venezia.

La politica quella nobile, quella che non si inchina al vile ossequio al potere, quella che tende a concretizzarsi come attività al servizio della collettività non può non guardare con preoccupazione ed attenzione al fenomeno dell’esodo non solo di giovani ma anche di meno giovani. E’ necessario analizzare con più attenzione lo svuotamento del tessuto socioeconomico della città tentando di dare contorni attendibili alla sua mappatura nel territorio comunale, nonché tentare di indagarne le cause ed approntare forme di contenimento e proporre efficaci rimedi.

Pellestrina vede i giovani sempre meno motivati a seguire la tradizione della pesca seguita dai loro padri per l’inquinamento prodotto in laguna dal colosso industriale di Porto Marghera, per le politiche fallimentari sulla pesca malamente condotte con inettitudine da assessori e giunte provinciali di sinistra prima inutili paladine ostinate del malaugurato Piano Pesca ed ora del Graal, col risultato che la pesca versa in grave crisi e quindi i giovani cercano altrove le motivazioni per il loro futuro.

Specularmente a Murano è raro che i giovani seguano i loro genitori nei mestieri legati alla produzione vetraria e lo testimonia la difficoltà della scuola del vetro, per la quale Comune e provincia non lesinano risorse, a trovare allievi in isola.

Al Lido di Venezia così come a Murano e Burano, le difficoltà di collegamento mai risolte come per il ferry d’estate al Lido così come nel centro storico di Venezia e in tutta la terraferma il ristagno delle attività economiche e la mancanza di modelli di sviluppo alternativi alla demonizzata economia turistica che tiene solo in centro storico e per nulla in terraferma e nelle isole spingono i giovani a cercare lavoro e casa fuori dal territorio comunale.

I cittadini veneziani, giovani o anziani che siano, sono discriminati nell’accedere all’assegnazione di alloggi per bandi pubblici dal punteggio privilegiato di quattro punti riconosciuto ai cittadini stranieri ed extraeuropei, in base al punto 10 comma e, come stabilito dalla delibera del Consiglio Comunale n. 93 del 05/05/1997 Prot. Gen. 21718.
Questa scelta normativa palesemente illegittima e sorprendentemente mai contestata va contro i diritti fondamentali di ogni popolo di vivere e pure di lavorare sulla propria terra col diritto prioritario alla casa per i residenti.

Se il cittadino europeo e/o straniero ha bisogno di casa nel nostro comune l’onere economico non deve ricadere sulle tasche dei cittadini ma deve essere totalmente a carico del datore di lavoro che gli dà l’opportunità di vivere nel nostro territorio, circostanza che si verifica puntualmente con le badanti, che hanno vitto e alloggio dai loro datori di lavoro.

Se alle università non si può negare il diritto di ritagliarsi spazi nel nostro Comune, non può essere invece concesso loro il supporto del Comune di Venezia per riservare ad esse spazi pubblici dove è più forte la domanda di residenza dei veneziani sottraendo possibilità abitative ai residenti.
Tra le tante proposte “bufala” che questa Giunta lancia sulla stampa per poi ricredersi speriamo, c’è quella dell’assegnazione di parte della caserma “Manin” agli studenti universitari così come per altri spazi del patrimonio demaniale o comunale: siamo felici che le nostre università si espandano e crescano sul territorio, ma nel farlo devono evitare di sottrarre spazi casa ai cittadini veneziani. Si ragioni con l’ESU per delocalizzare detta domanda abitativa. Già è stato arrecato un danno gravissimo ai residenti mettendoli in concorrenza con gli studenti per il mercato dell’affitto, se poi gli riconosciamo anche il privilegio di occupare ulteriori spazi nel centro storico o nelle aree densamente popolate della terraferma, l’esodo dei residenti non potrà che aumentare, come di fatto accade al di là dei soliti bla, bla di una classe di amministratori come quella toccata in sorte a Venezia: mai all’altezza della situazione.

Significativo riscontro di come il problema casa e università sia sempre stato affrontato con leggerezza e superficialità dai nostri amministratori è la vicenda dei 176 alloggi per studenti universitari nell’area delle ex-Conterie, a dieci anni dall’acquisto dell’area non si è ancora concretizzato il riutilizzo che doveva essere: residenziale, artigianale, studentesco e museale.

L’amministrazione continua ad essere scarsamente incisiva sul fronte dell’edilizia convenzionata, si pensi all’ area Jungans, non solo ma anche i progetti del Molino Stucky, all’ex Tappetificio Gaggio, alle aree ex Scalera Film e Trevisan dove ci si aspettava dall'Amministrazione comunale una diversa strategia ed un maggiore impegno per garantire il diritto alla casa dei veneziani e la vendita di una più cospicua percentuale di alloggi a prezzo calmierato e/o in affitto a canone convenzionato.

Da anni si trascina senza risultati il progetto dell’area ex Italgas, non sappiamo in questo lungo lasso di tempo quanti consulenti siano stati pagati, e quanto siano costati alle tasche dei veneziani, sappiamo di certo che tutto quello che si era deciso con Costa e D’Agostino non andrebbe più bene, perché ora si è affidato lo studio, guarda caso, ad un altro consulente.

Purtroppo la mancanza di case per i nostri giovani è stata affrontata solo con i periodici proclami alla stampa a cui non sono mai seguiti fatti concreti, da una giunta impreparata ad affrontare correttamente la grave emergenza casa nel territorio comunale. Su questo fronte è ormai noto a tutti che il Comune di Venezia ha perso cinque anni con lo sdoppiamento dell’assessorato casa con la struttura rivelatasi inutile di “Abitare Venezia”.

Tutto ciò premesso

Il Consiglio Comunale impegna la Giunta a:
- Rivedere le strategie rispetto alle politiche abitative per avviare modelli di sviluppo che permettano il rilancio dell’economia nel territorio comunale e creare così, il tessuto socio economico atto a fornire occasioni di lavoro ai nostri giovani favorendone in questo modo la volontà di continuare a vivere, abitare e lavorare a Venezia.

- Eliminare il punto 10 comma e, introdotto dalla delibera del Consiglio Comunale n. 93 del 05/05/1997 Prot. Gen. 21718, che per la richiesta di assegnazione di alloggi pubblici prevede l’assegnazione di 4 punti a favore dei cittadini europei ed extracomunitari.

- Nella graduatoria per l’assegnazione degli alloggi pubblici si preveda un’esclusiva per conferire le case ex IACP ed ex Gescal in modo rigorosamente esclusivo solamente a lavoratori dipendenti che versando contributi a questi enti ne hanno acquisito il diritto ad abitarli e parimenti evitare di assegnare detti alloggi per gli sfrattati e per le emergenze se gli assegnatari non hanno effettuato i versamenti a detti enti.

- Per l’edilizia convenzionata: censimento del patrimonio edilizio pubblico per far pulizia e far crescere le disponibilità per coloro che ne hanno effettivamente diritto.

- Destinare con precedenza assoluta risorse per la casa ad iniziative di social-housing e PEEP e convenzionata da assegnare con precedenza assoluta ai cittadini italiani residenti da almeno da cinque anni nel comune di Venezia.

 

Alberto Mazzonetto

 
  1. Alberto Mazzonetto
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Pubblicata il 05-02-2007 ore 00:00
Ultima modifica 05-02-2007
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