nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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709 | 17 | 31/01/2007 | Sebastiano Bonzio |
01/02/2007 |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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ritiro | 05-02-2007 | Leggi |
Venezia, 31 gennaio 2007
nr. ordine 709
n p.g. 17
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale
Oggetto: Quartiere Cita di Marghera
Premesso che
Fin dall’accordo sottoscritto dal Sindaco Massimo Cacciari nel 1997 il Comune di Venezia si è impegnato a favorire il superamento concordato del lunghissimo contenzioso tra INPDAP e gli inquilini in merito alla gestione e all’amministrazione dei servizi accessori di centinaia di alloggi nel quartiere Cita di Marghera, contenzioso che ha provocato nel tempo morosità non ancora definite.
Nell’aprile del 2002, per giungere finalmente ad una soluzione positiva e soprattutto equa – rispetto alle spropositate spese sostenute dagli inquilini – o ad essi imputate della controversia, veniva sottoscritto in questo senso un ulteriore accordo fra il Comitato di quartiere CITA, l’INPDAP e il Comune di Venezia.
La validità degli accordi sottoscritti nel 1997 e nell’Aprile del 2002 non è mai stata smentita dall’Amministrazione ed, anzi, è stata ribadita dal Consiglio comunale di Venezia con una mozione votata il 15/11/2005.
Nonostante questo, e benché l’INPDAP abbia più volte confermato (nei tavoli istituzionali a cui ha partecipato ed anche attraverso delibera del suo CDA) le tesi sostenute dagli inquilini, è fallito il tavolo di trattative dalla Prefettura, dal Comune, dall’Inpdap, e dal Comitato di quartiere CITA a causa della rigidità dell’INPDAP determinata da un quadro normativo interpretato sulla base di input politici molto provenienti dal Governo.
Questa rigidità ha impedito la risoluzione di una tra le più complesse emergenze abitative della terraferma veneziana e, ad oggi, presso il quartiere Cita, sono attivi decine di sfratti esecutivi e restano aperti i contenziosi relativi alla gestione e all’amministrazione dei servizi accessori di molti alloggi.
Considerato che
La mancata risoluzione di decine di casi rischia di ricadere, come costo sociale, sull’Amministrazione comunale stessa che dovrà assicurare assistenza a quegli inquilini che non potranno né acquistare, né saranno in grado di rinnovare i contratti di locazione, prospettiva inaccettabile soprattutto se inserita nel quadro del forte disagio abitativo nel quale versa il Comune di Venezia.
È necessario che l’Amministrazione comunale si impegni direttamente per addivenire ad una soluzione politica di questa annosa e controversa vicenda, togliendo alibi a quella che, per decenni, è stata una gestione fallimentare della Cosa Pubblica e restituendo dignità, diritti e giustizia ad un’intera comunità.
tutto ciò premesso e considerato si impegna il Sindaco e la Giunta a:
adoperarsi affinché venga riattivato il tavolo
chiedere con urgenza che venga rinviata l’apertura del procedimento di messa in asta degli alloggi sui quali non si sia ancora addivenuti ad una soluzione mediata equa e rispettosa dei diritti degli inquilini;
interloquire con il nuovo Governo, a cominciare dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, affinché, per via politica, si renda possibile pervenire ad una soluzione transatoria sulla base dei dettami dell'art. 43 comma 12 e 13 della legge 388/2001 e, soprattutto, degli accordi sottoscritti nel 2002.
Sebastiano Bonzio
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