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Verdi - Città Nuova - Mozione nr. d'ordine 1619

Logo Verdi - Città Nuova Giuseppe Caccia
nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente data protocollo
1619 15 06/03/2009 Giuseppe Caccia
 
11/03/2009

 

 

Venezia, 6 marzo 2009
nr. ordine 1619
n p.g. 15
 

Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale


 

Oggetto: LA CITTA’ DI VENEZIA E’ INDISPONIBILE AD OSPITARE UN CENTRO DI DETENZIONE PER MIGRANTI

 

Premesso che il Consiglio dei Ministri ha approvato, su proposta del Ministro dell’Interno Maroni, un decreto che prevede la realizzazione di un Centro di Individuazione e di Espulsione (CIE) per cittadini extracomunitari anche nel territorio della regione Veneto; e che, non essendo stata ancora assunta alcuna decisione ufficiale definitiva, risulterebbe, da indiscrezioni provenienti dal Ministero dell’Interno, e anticipate dalla stampa in data odierna, confermata tra le ipotesi che il Centro di detenzione per i migranti possa anche essere localizzato nel territorio del Comune di Venezia, nell’area dell’abitato di Tessera in particolare, data la collocazione baricentrica della Città e la presenza di un porto e di un aeroporto internazionali;

premesso, inoltre, che il Governo nazionale ha annunciato che procederà in tempi brevi alla localizzazione definitiva di predetti CIE, sulla base di una consultazione delle sole Regioni interessate, senza aver previsto la contemporanea consultazioni delle Amministrazioni Comunali eventualmente coinvolte;

rilevato che la natura di queste strutture, denominate CIE e presentate illusoriamente come la panacea di fronte al fenomeno dell’immigrazione clandestina, in continuità con i Centri di Permanenza Temporanea, di cui prolungano i tempi e rendono più dure le condizioni detentive, appare in aperto contrasto con i diritti fondamentali della persona umana riconosciuti da accordi e convenzioni internazionali e con gli stessi principi fondamentali della Costituzione della Repubblica (in particolare gli articoli 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.” e 13 “Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge.”), dal momento che la normativa che istituisce i CIE prevede la possibilità di rinchiudere in dette strutture, per via amministrativa e senza alcun intervento della Magistratura competente, persone che non hanno commesso alcun delitto e la cui unica colpa è spesso quella di non trovarsi in regola con le assurde norme sull’immigrazione definite dalla legge Bossi-Fini;

preso atto che organizzazioni umanitarie e organismi dell’Unione Europea hanno da tempo denunciato le invivibili condizioni igienico-sanitarie, la mancanza di una reale assistenza, le troppo numerose morti sospette che si sono registrate nei Centri detentivi per migranti, gestiti dal Governo italiano;

visto che, nel recente Decreto Legge “Misure urgenti in materia di pubblica sicurezza”, il tempo di trattenimento dei migranti in dette strutture è stato portato da sessanta giorni a sei mesi e che, come drammaticamente verificatosi nelle scorse settimane nell’Isola di Lampedusa, la lunga permanenza nei Centri, insieme alla durezza delle condizioni detentive, ha determinato vere e proprie rivolte da parte delle persone recluse e disagi insopportabili per la popolazione locale;

considerata, infine, la storica tradizione di accoglienza solidale del cittadino straniero da parte della nostra Città, che si traduce oggi nel rilevante impegno profuso dall’Amministrazione Comunale, dall’associazionismo e dal volontariato cittadini nel campo dell’ospitalità e dell’inserimento sociale nei confronti di migranti e profughi, con un significativo numero di richiedenti asilo e minori non accompagnati già accolti nelle strutture gestite dal Comune e dal Terzo Settore locale, in parte nel quadro del Sistema nazionale di protezione realizzato in collaborazione con l’ANCI, l’UNHCR e lo stesso Ministero dell’Interno;

IL CONSIGLIO COMUNALE

DICHIARA l’assoluta indisponibilità della Città di Venezia ad ospitare sul proprio territorio, ora e nel futuro, una struttura detentiva per migranti quale il CIE deciso dal Governo nazionale;

INVITA il Sindaco a rappresentare presso i competenti livelli istituzionali nazionali e regionali tale contrarietà.

 

Giuseppe Caccia

 
 
Pubblicata il 06-03-2009 ore 12:53
Ultima modifica 06-03-2009 ore 12:53
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