Sei in: Home > Comune > Consiglio comunale archivio 2010-2014 > Archivio 2005-2010 > Gruppi consiliari > Rifondazione Comunista - Sinistra Europea > Consiglieri comunali > Sebastiano Bonzio > Archivio atti > Interpellanza nr. d'ordine 377
Contenuti della pagina

Rifondazione Comunista - Sinistra Europea - Interpellanza nr. d'ordine 377

Logo Rifondazione Comunista - Sinistra Europea Sebastiano Bonzio
nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente assessore competente data protocollo data scadenza tipo risposta
377 30 31/03/2006 Sebastiano Bonzio
 
Sindaco
Massimo Cacciari
 
e p. c.
Al Presidente del Consiglio comunale Renato Boraso
05/04/2006 05/05/2006 in Consiglio

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
ritiro05-06-2006Leggi

 

Venezia, 31 marzo 2006
nr. ordine 377
n p.g. 30
 

Al Sindaco Massimo Cacciari

e per conoscenza

Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale

 

Oggetto: Permanenza delle produzioni chimiche del ciclo del cloro, del CVM e del fosgene negli insediamenti industriali di Porto Marghera: l'Amministrazione Comunale operi per garantire ai cittadini il diritto di esprimersi con il referendum consultivo.

Tipo di risposta richiesta: in Consiglio

 

Premesso che

l’Assemblea Permanente Contro il Rischio Chimico, che raggruppa diverse associazioni e comitati, ha promosso il referendum consultivo comunale di iniziativa popolare al fine di far esprimere democraticamente tutta la cittadinanza sulle questioni del diritto alla sicurezza e alla salute, sia dei cittadini che dei lavoratori, relativamente all’opportunità della permanenza delle produzioni chimiche del ciclo del cloro, del CVM e del fosgene negli insediamenti industriali di Porto Marghera;

l’Assemblea Permanente Contro il Rischio Chimico ha raccolto sul quesito il consenso 12.625 cittadini, che hanno sottoscritto la proposta di referendum consultivo comunale;

la proposta di referendum consultivo comunale è stata ritenuta ammissibile in via preliminare dall’Amministrazione comunale;

Preso atto che

l’iter del referendum chiesto dai cittadini non ha trovato, come sarebbe stato auspicabile e come più volte richiesto da Rifondazione Comunista, una corsia preferenziale per permetterne lo svolgimento a ridosso della tornata elettorale del prossimo 9 aprile, ponendola così al centro del dibattito politico cittadino, ma è stato oggetto di incomprensibili rallentamenti fino alla richiesta immotivata di parere al Prefetto di Venezia presentata su istanza inviata il 20 gennaio 2006 dai Presidenti delle Commissioni Consiliari ambiente ed attività produttive;

il Prefetto di Venezia ha risposto inoltrando un parere del Ministero dell’Interno, non vincolante per l’amministrazione comunale, con il quale, attraverso argomentazioni discutibili ed opinabili, afferma non essere possibile procedere alla consultazione referendaria ritenendo che la materia in oggetto non rientri tra quelle di competenza esclusiva dell’ente, come invece previsto dall’attuale normativa.

la volontà espressa dalla maggioranza di Ca’ Farsetti, accogliendo acriticamente e supinamente il parere del Ministero dell’Interno, per altro non vincolante, mortifica politicamente la Città di Venezia poiché mira a negare il diritto dei cittadini ad esprimersi su argomenti che li riguardano direttamente, come sono la sicurezza ambientale e la salute, di cittadini e lavoratori.

Ritenuto che

i cittadini di Venezia e di Mestre devono poter parlare dal centro della scena attraverso il referendum, uno strumento compiuto e pienamente dignitoso, trasparente e limpido, e non di nascosto, dietro le quinte del siparietto patetico del sondaggio, suggerito dal Ministro Pisanu e subito accolto dal Sindaco Cacciari come valida sostituzione del referendum, di cui in realtà non è che una misero surrogato.

Valutando

un calcolato suicidio istituzionale e politico, quello compiuto dai presidenti delle Commissioni ambiente ed attività produttive del Comune di Venezia che hanno messo sotto la tutela del Ministero degli Interni l’autonomia decisionale del Consiglio;

che perseguire le indicazioni del Ministero dell’Interno costituirebbe un’abdicazione alle proprie responsabilità politiche nei confronti dei cittadini che numerosissimi hanno espresso la loro volontà di esercitare un diritto democratico fondamentale e riconosciuto dallo Statuto del Comune di Venezia.

Ritenendo che

la scelta di negare il referendum consultivo abbia come unico fine quello di coprire le spaccature di una maggioranza impossibilitata dalla propria eterogenea composizione interna a garantire il diritto al voto referendario dei suoi cittadini, infatti nota è la posizione antireferendum di chi alle amministrative ha appoggiato Cacciari contro Casson, a partire dagli ex sindacalisti dei chimici Filippini e De Gaspari. E diversamente non poteva essere, dato che al “partito della chimica” ha aderito il Sindaco Massimo Cacciari (ai lavoratori del Petrolchimico, durante la campagna elettorale per le amministrative, aveva detto: “lavorerò per non lasciare la città in mano a chi fa il referendum sulla chimica” - Il Gazzettino 2 aprile ’05).

Tutto ciò premesso e considerato, ritenendo che di debba comunque indire il referendum consultivo, si interpella il Sindaco chiedendogli:

di operare fattivamente al fine di permettere alla popolazione di Venezia e Mestre di esprimersi, attraverso il referendum consultivo, sulle questioni del diritto alla sicurezza e alla salute, sia dei cittadini che dei lavoratori, relativamente all’opportunità della permanenza delle produzioni chimiche del ciclo del cloro, del CVM e del fosgene negli insediamenti industriali di Porto Marghera tramite l’istituto di democrazia diretta del referendum consultivo, abbandonando ogni l’ipotesi circa la sua sostituzione con questionari o sondaggi;

di attivare l’Avvocatura Civica, raccogliendo e valutando anche le eventuali indicazioni tecnico – giuridiche prodotte dall’Assemblea Permanente Contro il Rischio Chimico, affinché fornisca ogni possibile e adeguato supporto giuridico ai Consiglieri Comunali al fine di metterli in grado di procedere con cognizione di causa all’indizione del referendum consultivo, consentendo ai cittadini i Venezia e Maestre di pronunciarsi così come hanno chiesto con le migliaia di firme raccolte - espressione di un più vasto e profondo sentire della Città sul rapporto tra sicurezza, salute e mantenimento delle produzioni chimiche del ciclo del cloro, del CVM e del fosgene in Porto Marghera.

 

Sebastiano Bonzio

 
 
Pubblicata il 31-03-2006 ore 00:00
Ultima modifica 31-03-2006
Stampa