nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | assessore competente | data protocollo | data scadenza | tipo risposta |
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1502 | 84 | 10/10/2008 | Sebastiano Bonzio |
Sindaco Massimo Cacciari e p. c. Al Presidente della I Commissione |
15/10/2008 | 14/11/2008 | in Commissione |
Venezia, 10 ottobre 2008
nr. ordine 1502
n p.g. 84
Al Sindaco Massimo Cacciari
e per conoscenza
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Presidente della I Commissione
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale
Oggetto: Salvadori dichiara guerra ai gesseti e l'intolleranza, che a Venezia fa rima con decoro, si sposta sui giochi dei bambini. Ma Venezia non era la città dell'accoglienza?
Tipo di risposta richiesta: in Commissione
Premesso che
in alcune Città i giochi di strada dei bambini sono stati valorizzati al punto da farne un evento di carattere internazionale, che richiama migliaia di famiglie e riscuote una vastissima eco sui quotidiani locali, nazionali ed internazionali, come nel caso del “Tocatì” di Verona: un festival unico per le sue caratteristiche in Italia e in Europa, frutto dell'attività che l'Associazione Giochi Antichi (che dal 2002 si batte per la salvaguardia e la valorizzazione del gioco tradizionale), che si fregia del patrocinio del Parlamento Europeo, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Regione Veneto.
In altre, come Venezia, dove la parola “accoglienza” sembra sia stata sostituita dalla parola “repressione”, grazie alla politica del decoro assurgono alle pagine dei media internazionali, nazionali e locali notizie, come quella di due bambini sgridati da degli agenti della polizia municipale per aver “imbrattato” il suolo pubblico con dei gessetti per disegnare il campanon, che fanno primeggiare la città al festival del ridicolo.
Considerato che
la politica del decoro si caratterizza, per la particolare natura delle politiche messe in campo dall’Assessore Salvadori, solo come repressione ed eliminazione di tutto ciò che turba l’immagine disneyana di Venezia: l’obiettivo quindi è un superficiale maquillage alle parti più battute dalla macchina del turismo internazionale e poco importa se altre parti della città, storica o di terraferma, languono nel vero degrado urbano e sociale, come più volte questo gruppo consiliare ha avuto modo di segnalare con proprie interpellanze.
Considerato inoltre che
il campanon deve trovare tanta avversione nel nostro severo amministratore in quanto è definito come un gioco divertente e di abilità, che richiede equilibrio, buona mira e correttezza, qualità positive che mal si coniugano con lo spirito savonaroliano che si vorrebbe affermare in città.
Ritenuto che
le scelte operate dall’attuale Giunta possano comportare il serio rischio che i tradizionali giochi di strada vengano sostituiti da nuovi giochi metropolitani, come “caccia all’ambulante di colore” o “becca lo zingarello”, cosa che porterebbe Venezia, dopo essere entrata in questi giorni nella hit parade del ridicolo, ad un nuovo primato: la candidatura a nuova capitale dell’intolleranza.
Sicuri di interpretare il pensiero comune della stragrande maggioranza dei nonni e delle nonne, degli zii e delle zie, dei genitori di Venezia e Mestre, riteniamo che:
• le piazze, i campi, e i parchi debbano essere riempiti di bambini e bambine e svuotati dai sedicenti “salvadori” di Venezia;
• il Comune, istituzione con la missione precipua della cura degli interessi dei propri cittadini anche dei più piccoli, debba promuovere tale pacifica invasione e, con questa, anche il gioco come strumento per sviluppare la socialità, la relazione, la conoscenza dell’altro e, in definitiva, l’accoglienza.
Appurato che
La Giunta Cacciari sembra soffrire, e non da oggi, di una malcelata schizofrenia politica/programmatica, che si manifesta sia tra assessorati diversi sia, nei casi più gravi, in uno stesso assessorato: altro non si può pensare quando alla condivisibile promozione dei giochi tradizionali operata dall’Assessora alle Politiche educative e dalle Municipalità viene contrapposto l’ottuso divieto dell’Assessore al Decoro o constatando che l’Assessore al Decoro stronca quella cultura tradizione che dovrebbe avere a cuore come Assessore alla Promozione della Città, delle sue Tradizioni e Manifestazioni storiche e culturali.
Tutto ciò premesso si interpella il Sindaco per sapere:
1. se intende continuare a sostenere le preoccupanti politiche repressive di Salvadori, invise a tutta la cittadinanza, che delineano un cupo orizzonte per la comunità cittadina e costituiscono un vero e proprio boomerang per l’immagine di Venezia in Italia e nel mondo;
2. ovvero, se ritiene necessario e urgente salvaguardare, dai suoi sedicenti “salvadori“, l’immagine positiva di Città dell’Accoglienza che Venezia si è accreditata nel tempo, sia tramite una campagna di comunicazione ad hoc, sia dando chiare linee d’indirizzo che, invertendo l’attuale linea di tendenza, riportino un clima di serenità tramite il recupero del rapporto di comunità, la riscoperta del valore del gioco e la valorizzazione della socialità e dell’accoglienza: tutti principi e atteggiamenti che la condivisione dello spazio pubblico presuppone e promuove, in particolare modo tra i bambini.
Sebastiano Bonzio
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