nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | assessore competente | data protocollo | data scadenza | tipo risposta |
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1030 | 140 | 29/06/2007 | Alfonso Saetta |
Assessore Giuseppe Bortolussi |
02/07/2007 | 01/08/2007 | scritta |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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risposta in Consiglio comunale | 28-10-2008 | Leggi |
Venezia, 29 giugno 2007
nr. ordine 1030
n p.g. 140
All'Assessore Giuseppe Bortolussi
e per conoscenza
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo Consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale
Oggetto: L’Assessore Bortolussi spinge la città fuori dall’Europa e dal libero mercato con scuse davvero visibili !
Tipo di risposta richiesta: scritta
PREMESSO CHE,
il Consiglio di Stato ha autorevolmente e definitivamente sentenziato come anti-europei ed incostituzionali i vincoli alla libera apertura di pubblici esercizi (bar e ristoranti) nel centro storico di Venezia, favorendo così l’occupazione di nuovi addetti e la libera impresa a cui anche lo stesso Assessore Bortolussi, (per quanto di sinistra), dovrebbe tenere;
SI INTERROGA,
l’Assessore competente sul perché l’amministrazione comunale di settore, tra l’altro in contro-tendenza col programma di giuste liberalizzazioni del Ministro Bersani, continui a cercare di porre innumerevoli difficoltà alla libertà di iniziativa economica, di servizi per cittadini e turisti nonché opportunità di lavoro e nuova occupazione!
SI CHIEDE,
in particolare perché il Comune spenda denaro pubblico per resistere in giudizio contro l’apertura di nuovi e moderni pubblici esercizi a norma difendendo assurde rendite di posizione private anziché preoccuparsi delle condizioni igienico - sanitarie degli esercizi esistenti che spesso, per le mille deroghe, sono privi di necessarie condizioni igienico -sanitarie nonché pieni di vergognose barriere architettoniche!
SI DOMANDA,
infine, se non sia giunto il momento di porre un deciso freno europeista e di civiltà alla bassa politica di tutela del valore delle licenze esistenti in favore della qualità e pluralità dei servizi di ristoro evitando di accampare risibili e demagogiche scuse sul pericolo di trasformazione in Disneyland della città lasciando invece gli operatori economici nella massima autonomia per verificare se l’attività ben regolata sul piano dell’igiene, regge o meno dal punto di vista commerciale!
Alfonso Saetta
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